Luis Badilla Morales, Radio Vaticana In questi giorni
si sono scritti migliaia di articoli in tutte le lingue dando delle interpretazioni
sulla 'rinuncia' del Papa. Molte sono adeguate, giuste, corrette. Altre fantasiose,
arbitrarie e faziose. E' quindi necessario tornare alle parole effettivamente pronunciate
dal Papa, in latino, l'11 febbraio. In questa prospettiva la lettura più corretta
mi sembra quella dei gesuiti de "La Civiltà Cattolica".
Il
Papa non ha rinunciato tanto per stanchezza fisica o intellettuale ma perché ritiene
che, in questo momento, per affrontare "questioni di grande rilevanza per la vita
della fede", "governare la barca di san Pietro" e "annunciare il Vangelo", occorrano
forze nuove, fisiche e spirituali. E' quindi lecito aspettarsi un Conclave che segua
questa linea. Tre giorni prima di rinunciare Benedetto XVI, parlando al Pontificio
Seminario Romano Maggiore, aveva affermato che "La Chiesa si rinnova sempre, rinasce
sempre. Il futuro è nostro". (Intervista di Fabio Colagrande)