2013-02-13 15:11:05

La vicinanza dei vescovi siciliani al Santo Padre dopo l’annuncio delle dimissioni


Alcuni vescovi della Chiesa siciliana hanno voluto esprimere la propria vicinanza al Papa in seguito alla notizia della sua rinuncia e hanno utilizzato, per farlo, l’agenzia Sir. Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, in provincia di Siracusa, ha sottolineato come sia l’amore per la Chiesa cattolica ad essere la corretta chiave di lettura dell’esistenza del Pontefice: il gesto del Papa è, quindi, un atto di estremo amore verso la comunità che lui ha guidato. A nome della propria diocesi, esprime, dunque, “la gratitudine del cuore e dell’intelligenza, per l’enorme amore che saprà effondere ancora grazia e benedizione”. Anche il vescovo di Mazara Del Vallo, mons. Domenico Mogavero, ha manifestato una “rinnovata vicinanza spirituale perché da Gesù Buon pastore riceva quel conforto spirituale meritato nei lunghi anni di servizio alla Chiesa, culminato nei quasi otto anni di supremo Pontificato”. Il presule non si dice turbato per la decisione di Benedetto XVI, pur consapevole che questa lasci una “traccia profonda”: “Ci dice l’alta intelligenza e la profonda sensibilità di un uomo che sente i propri limiti spirituali e fisici per continuare a reggere il peso del ministero petrino”, ha dichiarato. “Un grande gesto d’amore”, che suscita meraviglia ma merita profondo rispetto: sono le parole scelte, invece, da mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. “Ritengo - scrive - questa sua scelta coraggiosa e coerente con ciò che lui, in questi anni, ci ha insegnato. Un gesto d’amore verso la Chiesa, da un uomo che l’ha servita e che sta continuando a servirla”. Ha poi aggiunto che, in un mondo di protagonismi, il Santo Padre ha avuto il coraggio di mettersi da parte, con un gesto inaspettato, lasciando ad altri il ministero che lui non è più in grado di portare avanti. L’arcivescovo ricorda, poi, l’ultimo incontro con Benedetto XVI: quel giorno, in piazza San Pietro, gli ha fatto dono, insieme a una rappresentanza della comunità ecclesiale di Lampedusa, di una croce costruita con il legno dei barconi dei tanti immigrati che solcano il Mediterraneo alla ricerca di un futuro migliore. (R.B.)







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