La crisi non fermi la solidarietà. Lo chiede il Papa in un messaggio all'Ifad
La cooperazione è più efficace se diretta dai principi etici fondativi della convivenza
umana. Il Papa, in un messaggio inviato al presidente dell’Ifad, Kanayo F. Nwanze,
incoraggia l’azione dell’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dello sviluppo
agricolo in occasione della 36.ma sessione del suo Governing Council organizzata a
Roma. Servizio di FrancescaSabatinelli:
L’azione dell’Ifad
antepone lo sviluppo continuativo alla sola assistenza, affianca la dimensione del
gruppo a quella esclusivamente individuale, scegliendo quali primi beneficiari i più
poveri tra i poveri, e indirizzandosi verso l’eliminazione della povertà grazie anche
alla creazione di opportunità di lavoro e di strutture istituzionali e decisionali.
Nel suo messaggio Benedetto XVI spiega il suo apprezzamento per i due orientamenti
“attuati dall’Organizzazione”. Il primo: “è la costante attenzione rivolta all’Africa,
dove, il Fondo mira a dotare di mezzi finanziari, esigui ma essenziali, i piccoli
agricoltori, e a renderli protagonisti anche nella fase decisionale e gestionale”.
Il secondo: “è il sostegno alle comunità indigene, che hanno una particolare cura
a favore della conservazione delle biodiversità, riconosciute quali beni preziosi
posti dal Creatore a disposizione dell’intera famiglia umana”. Benedetto XVI, nel
suo messaggio, riconosce nell’operato dell’Ifad l’attenzione verso il settore agricolo,
componente primaria della crescita economica e del progresso sociale. L’organizzazione
dà all’agricoltura e alla gente dei campi, scrive, il posto che loro compete, in considerazione
anche dell’insegnamento della Chiesa cattolica che nelle sue opere “ha sempre sostenuto
la centralità del lavoratore della terra, auspicando concretezza nell’azione politica
e d economica che lo riguarda”. “L’attenzione alla persona, nella dimensione individuale
e sociale, sarà maggiormente efficace se realizzata attraverso forme di associazione,
cooperative e piccole imprese familiari che siano messe in grado di produrre un reddito
sufficiente per un dignitoso tenore di vita”.
Il Papa, ricordando poi che
le Nazioni Unite hanno dedicato alla famiglia rurale il prossimo Anno internazionale,
invita l’Ifad a non dimenticare che “il cuore dell’ordine sociale è la famiglia” “la
cui vita è regolata, ancor prima che dalle leggi di uno Stato, o da norme internazionali,
da principi morali inseriti nel patrimonio naturale di valori che sono immediatamente
riconoscibili anche nel mondo rurale”. Disconoscere quindi o trascurare la famiglia
significherebbe minare le fondamenta dell’intera comunità rurale. Nell’attuale contesto,
è dunque “indispensabile offrire agli agricoltori solida formazione, costante aggiornamento
ed assistenza tecnica nella loro attività, come pure appoggio ad iniziative associative
e cooperativistiche in grado di proporre modelli di produzione efficaci.”. Così si
avrà “un aumento della produzione e un’efficace spinta verso legittime riforme agrarie
per garantire la coltivazione dei terreni, quando questi non sono adeguatamente utilizzati
da coloro che ne hanno la proprietà”. Benedetto XVI conclude quindi il suo messaggio
invitando l’Ifad a continuare la sua opera a favore dello sviluppo rurale, e chiedendo
ai Paesi più avanzati un maggiore sforzo di solidarietà, perché “interrompere lo sforzo
di solidarietà a motivo della crisi può nascondere una certa chiusura verso le necessità
altrui”.