Le dimissioni del Papa, una scelta inedita ma prevista
Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea all'Università Cattolica di
Milano La scelta di
Benedetto XVI non contraddice la continuità del suo pontificato con quello di Giovanni
Paolo II. Il Papa si è sempre riferito al suo predecessore con grande umiltà e, nelle
parole con cui si è dimesso, c'è un riferimento al 'vigore' che serve per guidare
la barca di san Pietro che sembra alludere proprio alla figura di Papa Wojtyla, eletto
al Soglio di Pietro a soli 58 anni.
Malgrado i precedenti storici,
per il contesto e le modalità con cui è avvenuta, la scelta di Benedetto XVI di annunciare
le sue dimissioni resta inedita. Una novità però codificata dal codice di diritto
canonico fin dal 1983, dunque sempre possibile, e a cui il Papa aveva fatto cenno
nell'intervista del 2010 a Peter Seewald. Credo che il Codice preveda questa possibilità
per l'allungamento della vita umana che pone un problema nuovo. Quello di un Papa
che, pur non essendo malato, ritenga che l'indebolimento del corpo non gli permetta
di servire adeguatamente la Chiesa. Non a caso la riforma di Paolo VI ha introdotto
l'istituto delle dimissioni dei vescovi, per raggiunti limiti di età, al compimento
del 75mo anno d'età. Come nel caso di Celestino V si tratta di dimissioni
date liberamente e non per motivi politici com'é accaduto altre volte nella storia
della Chiesa. Anche se diverse appaiono le motivazioni. Pietro del Morrone abbandonò
il papato per tornare alla sua vocazione di eremita che era stato costretto ad abbandonare.
Invece Benedetto XVI ha compiuto questa scelta per il bene della Chiesa, cioé per
restituire al Ministero petrino la forza, il vigore, necessari per svolgerlo.
Lo scopo che Benedetto XVI si prefigge è quello di permettere che il Ministero petrino
sia svolto al meglio, cioé con le energie che in questo momento Joseph Ratzinger non
ritiene di avere più. Ciò implica una concezione molto alta di questo servizio che
i papi moderni considerano omai spoglio di qualunque carattere di sovranità in senso
temporale. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)