Dimissioni Papa (Priore Bianchi): "Un gesto di chi ama più la Chiesa che se stesso"
"Ho accolto la notizia
con un atteggiamento di obbedienza cordiale. Si dimostra più che mai successore
di Pietro con quest’atto perché decentra se stesso rispetto al ministero che ha. Un
gesto esemplare, straordinario che dovrebbe essere d’esempio per tutti". Così Enzo
Bianchi, Priore della Comunità Monastica di Bose, sulla decisione di Benedetto
XVI di lasciare il soglio pontificio. "La figura del Pontefice è rafforzata.
Ha sempre saputo che il suo ministero contava molto di più che la persona di Ratzinger
Joseph. E’ un gesto di sacrificio, di chi ama di più la Chiesa che se stesso".
A chi solleva critiche circa la sua permanenza futura in Vaticano, il religioso risponde:
"Chiunque si mette in una posizione di fedeltà al Vangelo non può far altro che subire
inimicizia, calunnia e una certa ostilità. La rinuncia di Ratzinger è un gesto
che aiuterà la fede, perché si comprenderà che il ministero di Pietro è importante
ma che la guida di questo ministero può benissimo anche eclissarsi e lasciare che
il Signore ponga altri al suo posto". Marco Ventura, docente di Diritto canonico
ed ecclesiastico all'Università di Lovanio, spiega la norma sulle dimissioni di un
papa, norma dell’83 e precisa: "Questa decisione rappresenterà un punto di riferimento
ineludibile per il futuro. L’insegnamento che ne ricaviamo è che i due modelli
di reggenza da parte di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI sono ugualmente validi,
coesistono e i prossimi papi potranno scegliere a quale ispirarsi". Dalla Comunità
di Taizé, fratel David ricorda l'ultimo grande evento che ha portato a Roma 45mila
giovani da tutto il mondo per pregare insieme e condividere questo dono con il
Papa che l'ha vissuto come momento di grazia. "Benedetto XVI ha cercato di portare
i cristiani all’essenziale della fede ed è molto bello - commenta - che abbia scelto
di votarsi completamente alla preghiera". (a cura di Antonella Palermo)