2013-02-10 09:51:01

Francia: la Chiesa lancia nuove proposte per la crisi delle vocazioni


“I giovani cattolici 2.0 hanno la vocazione?”: è questo il titolo del rapporto presentato dalla Conferenza episcopale francese e dal Servizio nazionale per l’evangelizzazione dei giovani (Snejv). La ricerca è stata realizzata a conclusione dell’Anno per la promozione della vita consacrata ed in preparazione al 50.mo anniversario della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che ricorrerà il 21 aprile. In totale, rileva il rapporto, nel 2012 circa 2mila giovani in tutta la Francia hanno intrapreso il cammino presbiterale o religioso: una cifra che rivela un calo, lieve ma costante, in tutti i settori vocazionali. Se nel 2011, infatti, i candidati al sacerdozio erano 710, nel 2012 sono stati 691 e lo stesso dicasi per gli ordinati (106 rispetto a 84) e per gli iscritti al primo anno di formazione (133 invece di 127). Il che significa, ha spiegato la Cef, una riduzione notevole delle vocazioni nel giro di appena un decennio: nel 2000, infatti, i candidati al sacerdozio erano 976. Non solo: i vescovi francesi lanciano l’allarme anche per quanto riguarda l’invecchiamento degli uomini e delle donne di Chiesa. Oggi, più della metà dei sacerdoti cattolici d’Oltralpe ha superato i 75 anni e tale situazione provoca gravi disparità territoriali tra le diocesi. Senza contare che attualmente solo l’1% dei giovani francesi tra i 18 ed i 25 anni frequenta la Messa domenicale. Tuttavia, la Chiesa di Parigi non si abbatte: “Certo, le cifre al ribasso non sono incoraggianti – dice mons. Nicolas Souchu, vescovo ausiliare di Rennes, responsabile per le vocazioni – ma non bisogna perdere di vista l’essenziale, così da creare degli spazi che permettano ai giovani di aprirsi alle vocazioni”. Anche perché, continua suor Nathalie Becquart, direttrice dello Snejv, in una realtà in cui “i giovani cattolici sono davvero pochi” e “in una società secolarizzata come quella attuale, scegliere la vocazione è un gesto forte, decisivo”. Esistono, infatti, alcuni ‘freni’ alle vocazioni, come “la paura di deludere – continua suor Becquart – perché per alcuni giovani di provenienza più popolare, c’è il timore di non essere all’altezza delle aspettative; ma c’è soprattutto la reticenza ad impegnarsi per la vita”. Oggi, infatti, spiega la religiosa, “i ragazzi si mobilitano intensamente per avvenimenti concreti in uno specifico momento, ma hanno difficoltà a guardare ad un impegno che sia per tutta la vita”. Cosa può fare, dunque, la Chiesa? Secondo padre Didier Noblot, direttore aggiunto dello Snejv, è necessario “cambiare il modo di affrontare le vocazioni”, perché se “cinquant’anni fa la vocazione veniva vista come una chiamata spontanea, che nasceva in modo molto personale”, oggi “in un contesto cristiano molto meno numeroso, bisogna sensibilizzare le comunità cristiane, parlare delle vocazioni, rafforzare i legami tra la Pastorale per le vocazioni e la Pastorale giovanile”. Inoltre, continua padre Noblot, “è necessario creare degli spazi in cui i ragazzi riescano a vivere momenti che potrebbero essere fondamentali per loro”, come la Giornata mondiale della gioventù o le attività di volontariato. Essenziale anche una buona campagna di comunicazione, a partire dai siti Internet come blog.jeunes-cathos.fr oppure www.jesunes-vocations.catholique.fr, oppure ideata a partire dai manifesti rappresentanti giovani sorridenti che pongono una domanda cruciale: “Seguire un cammino già tracciato o seguire il mio cammino?”. Un ulteriore suggerimento viene da un’apposita brochure che spiega il ruolo dei ministranti e raffigura un giovane in abito talare, sotto lo slogan “Perché no?”. Infine, la Cef ha pensato di distribuire un dvd intitolato “Cristiani con voi, sacerdoti per voi” che contiene una selezione di immagini diocesane, raccolte nel corso dell’Anno sacerdotale, indetto nel 2009-2010 da Benedetto XVI per commemorare i 150 anni della morte di San Giovanni Maria Vianney, Patrono dei parroci. (A cura di Isabella Piro)







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