Pakistan: giovani protagonisti a convegno islamo-cristiano
I giovani sono un “fattore di pace” e possono diventare una guida, autorevole e determinata,
per “una trasformazione politica, sociale ed economica” del Paese. Una risorsa di
grande potenziale, che il governo dovrebbe “capitalizzare”. Questo è il messaggio
del convegno islamo-cristiano, di cui riferisce l'agenzia AsiaNews, intitolato “il
ruolo dei giovani promotori di pace” e organizzato nei giorni scorsi a Faisalabad,
nella provincia del Punjab, da alcune associazioni e da gruppi di attivisti per i
diritti umani. Ideato da Women for Awarness and Motivation (Awam), l’evento ha potuto
beneficiare dei contributi di esperti del Centro di studi cristiano (Csc), della Pakistan
Girl Guide Associataion (Pgga) e della Phd Foundation, che opera per la pace e lo
sviluppo umano. Nel suo discorso, Fahmida Saleem, direttore gestionale del Csc, ha
evidenziato l’importanza del rispetto per le persone e della capacità di comprendere
e accogliere le diversità presenti nella comunità, per fondare una “cultura di pace”.
Suneel Malik, direttore del Phd, è intervenuto nella stessa direzione, guardando ai
giovani come “agenti di pace”, che devono essere “coinvolti” per dare vita a un “cambiamento
in positivo”. La mancanza di istruzione e l’ignoranza costituiscono però un fattore
cruciale nella divisione fra le religioni. È l’opinione di Amna Eshan, coordinatore
di Pgga e presidente dell’Awam. Anche il direttore di Awam, Nazia Sardar, condivide
questo pensiero. A suo avviso, nei programmi scolasticui vanno evitati “materiali
ed elementi” che possono alimentare l’odio e il distacco tra le diverse fedi. Al contrario
– continua il direttore - le scuole dovrebbero diventare il polo centrale dove “promuovere
la pace, i diritti umani, l’armonia e la tolleranza fra fedi ed etnie diverse”. Questi
sono valori comuni a Islam e Cristianesimo secondo Thair Iqbal, direttore della ong
pakistana Lyallpur. “Per questo - conclude - le persone devono privilegiare lo spirito
del dialogo e dell’armonia, rimuovendo tutti quegli elementi di incomprensione e malinteso
tra le fedi diverse”. (V.C.)