Sudan: nel Darfur cibo, acqua e coperte per migliaia di sfollati
Coperte, acqua, cibo e medicine sono distribuiti da oggi a migliaia di persone accampate
in pieno deserto, senza un riparo dove trascorrere la notte, dopo scontri avvenuti
nei pressi di una miniera d’oro nel Darfur: lo dicono all'agenzia Misna responsabili
dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). Secondo
Damian Rice, uno dei dirigenti della sezione di Ocha in Sudan, i convogli delle Nazioni
Unite hanno raggiunto l’area di Jebel Amir, una delle zone più colpite della regione
occidentale del Sudan. “In pochi giorni sono stati rasi al suolo 120 villaggi – calcola
Rice – e circa 100.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case”. L’epicentro
della crisi è una miniera situata nei pressi della località di Kabkabiya. Almeno inizialmente
gli scontri hanno contrapposto gruppi di uomini armati appartenenti a due tribù arabe,
i Beni Hussein e i Rizegat. Abitato per lo più da popolazioni non arabe, diffidenti
o ostili nei confronti del governo sudanese, tra il 2003 e il 2007 il Darfur è stato
dilaniato da un conflitto civile che ha provocato centinaia di migliaia tra vittime
e sfollati. Ancora adesso la regione stenta a ritrovare un suo equilibrio interno,
forse anche per le ripercussioni dell’indipendenza proclamata dal Sud Sudan nel luglio
2011. È di oggi la notizia che il Qatar, protagonista negli ultimi anni di diversi
tentativi di mediazione tra governo e ribelli, ospiterà una conferenza sul Darfur
ad aprile. L’obiettivo dell’incontro è raccogliere almeno una parte dei sei o sette
miliardi di dollari ritenuti necessari alla ricostruzione della regione. (R.P.)