Isole Salomone: i vescovi chiedono di sostenere le vittime del terremoto
E’ salito a 9 morti il bilancio del sisma, seguito da tsunami, che ha colpito nei
giorni scorsi le isole Salomone, ma vi sono ancora molti dispersi. Almeno 4.500 persone
sono rimaste senza tetto e 700 abitazioni sono state distrutte. Dopo la prima scossa
di mercoledì scorso ve ne state altre 40, ma è cessato l’allarme tsunami. Le ultime
informazioni sono giunte all’agenzia Fides da padre Emmanuel Fadeyi, incaricato d’affari
della nunziatura apostolica a Port Moresby, Papua Nuova Guinea, dove in questi giorni
i vescovi della Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone si trovano
per il loro incontro annuale . “I prelati sono rimasti profondamente scossi dal tragico
evento e si sono riuniti nell’Eucaristia con il pensiero particolarmente rivolto alle
vittime”, scrive l’incaricato. “Continuano a seguire gli sviluppi per valutare la
situazione e hanno invitato gli organi della Chiesa a portare il loro contributo alle
forze del Governo”, aggiunge. Padre Fadeyi riferisce anche che finora non è stato
rilasciato alcun comunicato ufficiale nè dall’arcivescovo di Honiara, una delle zone
più gravemente colpite, né dal presidente della Conferenza episcopale, mons. John
Ribat. Secondo il National Disaster Management Office, è troppo presto per poter fare
un bilancio chiaro dei danni subiti. Le continue scosse di assestamento e le difficoltà
di un accesso immediato nell’area di Temotu rendono difficile il reperimento di informazioni
più dettagliate. C’è preoccupazione per le zone remote della provincia di Temotu da
dove non si è riusciti ad avere alcua notizia. (R.P.)