Parlando di fede e comunità ecclesiali
in Africa bisogna tener presente che queste sono concepite nei contesti sociali in
cui vivono, con la propria cultura e con le proprie tradizioni - talvolta delicate
- che, in ogni caso, vengono affrontate con coraggio soprattutto quando tali tradizioni
mettono in gioco la purezza della vita cristiana con la pratica di usi incompatibili
con la Fede cristiana.
Nell’omelia del 21 marzo 2009 nella Chiesa di São Paulo
a Luanda, durante il suo viaggio apostolico in Angola, Benedetto XVI parlava delle
paure provocate da alcune credenze tradizionali con queste parole: «Tanti vivono nella
paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati
arrivano al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perché
– dicono – sono stregoni». L’atteggiamento delle comunità ecclesiali, dinanzi a tali
fenomeni, non trovano sempre la giusta reazione. Se ne parla poco perché a volte queste
tradizioni si presentano come modelli di controllo sociale e strumenti di pacifica
convivenza, tolleranza, equità e armonia sociale. Ma, trattandosi di tradizioni che
talvolta mescolano la vera Fede con delle pratiche magico-religiose rivestite da un
certo tabù e sacralità, arrivando a portare bambini e anziani a subire violenza,
il giusto atteggiamento è certamente quello che suggerisce il Papa in quella stessa
omelia con queste parole: c’è chi suggerisce di lasciare le cose come stanno, perché
ciascuno crede in ciò che vuole. «Ma se noi siamo convinti - dice il Papa - e abbiamo
fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta, le manca la realtà fondamentale,
dobbiamo essere convinti anche del fatto che non facciamo ingiustizia a nessuno se
gli presentiamo Cristo e gli diamo la possibilità di trovare, in questo modo, anche
la sua vera autenticità». È anche questo l’importante messaggio che il Papa ha rivolto,
il 29 ottobre 2011, ai vescovi angolani in visita ad limina con un appello a combattere
in Angola e nel resto del Continente africano gli “assassini rituali di bimbi e anziani”.
Facendosi pieno carico di questa responsabilità i vescovi angolani, il 21 Novembre
2012 nel momento in cui hanno approvato la “Nota pastorale sulla proclamazione dell’Anno
della Fede” hanno approvato anche una “Nota Pastoral” dal titolo “A paz de Cristo
esteja convosco” (La pace di Cristo sia con voi), nella quale condannavano le pratiche
della stregoneria con queste parole: “Radicati nella Fede e nella carità che viene
dal cuore di Dio proclamiamo solennemente: la stregoneria è incompatibile con il
nostro battesimo, è contraria alla vocazione della vita consacrata mediante il sacerdozio
o la professione dei voti evangélici. Ogni persona che consulta uno stregone o un
indovino commette un peccato grave contro il Primo Comandamento e non può prendere
la comunione senza essersi prima confessato, con il pentimento e sincero desiderio
di conversione”. 07/02/2013 MOISÉS MALUMBU