Cordoglio del Papa per la morte del cardinale Giovanni Cheli: oggi le esequie in San
Pietro
Si è spento ieri a Roma il cardinale Giovanni Cheli, presidente emerito del Pontificio
Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti: aveva 94 anni. Le esequie
saranno celebrate oggi alle 17.00 nella Basilica di San Pietro dal cardinale Angelo
Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Il Papa, in un telegramma inviato a mons.
Francesco Ravinale, vescovo di Asti, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa
del porporato, definito “zelante pastore, fedele al Vangelo e alla Chiesa”. Benedetto
XVI ricorda “con animo grato la preziosa e solerte collaborazione da lui prestata
per tanti decenni alla Sede Apostolica”. Il cardinale Cheli – scrive il Papa – “lascia
la testimonianza di una vita spesa nell’adesione coerente e generosa alla propria
vocazione, quale sacerdote sollecito per le necessità dei fedeli, specialmente per
la formazione cristiana della gioventù”.
Il porporato era nato a Torino il
4 ottobre 1918. Ordinato sacerdote nel 1942 ad Asti, inizia la sua attività pastorale
nel Seminario diocesano come prefetto di disciplina e professore di francese, storia
e matematica. Gli viene affidato contemporaneamente anche il compito di assistente
diocesano del settore giovanile dell'Azione Cattolica e di viceparroco festivo nel
paese di Isola d’Asti.
Nel 1946 è inviato a Roma per perfezionare gli studi
di Teologia alla Pontificia Università Lateranense. Assegnato come cappellano delle
Suore della Misericordia di Verona, nel popoloso quartiere Prenestino, nel tempo lasciatogli
libero dai corsi universitari svolge un intenso lavoro pastorale nella Cappella dell’Istituto
del Sacro Cuore, che fungeva da chiesa succursale della Parrocchia di Sant’Elena.
Oltre alle lunghe ore consacrate al confessionale e alla predicazione al popolo, si
dedica in modo particolare alla gioventù, formando un nutrito gruppo di chierichetti
e il XX Reparto Scout dell'Asci.
Conseguita la licenza in teologia e, su richiesta
del proprio vescovo, la laurea in Diritto Canonico, rientra in Diocesi. In seguito
viene chiamato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica per il servizio diplomatico
della Santa Sede. Nel 1952 è inviato alla nunziatura apostolica in Guatemala in qualità
di addetto. Pur dando tutto lo spazio necessario al lavoro della rappresentanza pontificia,
si dedica alla formazione religiosa dei giovani e dà vita a varie iniziative in loro
favore tra cui quella degli Scout cattolici. Insegna inoltre all’Università Cattolica
Santa Maria, fondata in quegli anni dai Gesuiti. Nel 1955, già segretario, passa alla
nunziatura di Spagna, dove rimane fino al 1962.
Nel settembre di quell’anno
viene trasferito alla nunziatura apostolica in Italia e nel 1967 viene chiamato al
Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa dove, per sei anni, è stretto collaboratore
dell'allora segretario di quella Sezione della Segreteria di Stato, l’arcivescovo
Agostino Casaroli, con il compito di condurre le trattative fra la Santa Sede e alcuni
Paesi dell'Est. Nel 1973 è nominato osservatore permanente della Santa Sede presso
le Nazioni Unite e, l’8 settembre 1978, arcivescovo titolare di Santa Giusta e primo
nunzio apostolico presso quell’Organizzazione Internazionale. Riceve la consacrazione
episcopale il 16 settembre dello stesso anno. Otto anni dopo, nel settembre 1986,
viene richiamato a Roma come pro-presidente della Pontificia Commissione per la Pastorale
dei Migranti e degli Itineranti divenuta poi, con la Costituzione Apostolica «Pastor
Bonus» del 1988, Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e degli Itineranti.
Diventa così il primo presidente di quel nuovo Dicastero della Santa Sede. Il 21 ottobre
1988 è creato cardinale da Giovanni Paolo II. Presidente emerito del dicastero dei
migranti dall’ottobre del 1998, si dedica attivamente a varie attività pastorali e
di studio. È insignito dell'Ordine di Isabella la Cattolica; di commendatore dell'Ordine
al Merito della Repubblica Italiana e della "Verdienstkreuz" della Repubblica Federale
di Germania.
Con la sua morte, il Collegio cardinalizio risulta ora composto
da 209 porporati, di cui 118 elettori e 91 non elettori.