Mali: la Francia chiede l'appoggio dell'Onu per fronteggiare i ribelli fondamentalisti
Ad un punto di svolta la crisi in Mali. La Francia, intervenuta militarmente per frenare
l’avanzata dei ribelli islamici che controllano il nord del Paese, chiede l’appoggio
dell’Onu. Intanto, l’esercito di Bamako rifiuta il dialogo con l’etnia laica tuareg,
che da sempre rivendica l’autonomia delle regioni settentrionali, ma che invece potrebbe
essere un appoggio importante per avere la meglio sui fondamentalisti. Il servizio
di Giulio Albanese:
La Francia auspica
che in Mali sia allestita quanto prima un’operazione delle Nazioni Unite, possibilmente
entro aprile. Lo ha affermato ieri il ministro degli Esteri di Parigi, Laurent Fabius,
facendo intendere che la Francia non può sostenere da sola l’impegno contro i ribelli
jihadisti. Morale, se il Palazzo di Vetro non accetterà l’invito di Parigi saranno
guai seri per il governo di Bamako, considerando, peraltro, che il presidente Francois
Hollande ha confermato il ritiro del contingente francese in Mali a partire dal mese
di marzo. La partita a questo punto si giocherà al Palazzo di Vetro, dove si deciderà
il futuro del Mali. A ciò si aggiunga l’incomunicabilità tra l’esecutivo maliano e
il Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla) composto da tuareg “laici”
che rifiutano la Sharia, ma rivendicano l’autonomia politica e amministrativa delle
regioni settentrionali del Mali. Senza i tuareg, inutile nasconderselo, la pace rimarrà
nel cassetto.