Colombia: autobombe e scontri. Nuove minacce al processo di pace
Lo scoppio di due autobomba, attribuite alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia
(Farc), accompagnato da combattimenti tra ribelli ed esercito, ha gettato nelle ultime
ore nuove ombre sul processo di pace tra governo e guerriglia. Secondo fonti militari,
un veicolo è esploso nei pressi del comune di Caloto, nel convulso dipartimento sud-occidentale
di Cauca, dove sono frequenti scontri tra Farc e soldati governativi. La detonazione
- riferisce l'agenzia Misna - è avvenuta a un posto di blocco dei militari: il conducente,
presunto membro delle Farc, ha attivato l’esplosivo, uccidendo se stesso; secondo
un portavoce dell’esercito l’obiettivo degli attentatori sarebbe stata la stazione
di polizia locale, all’interno del centro urbano. Un soldato è in seguito rimasto
ucciso e altri due sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con altri guerriglieri
avvenuto nello stesso luogo. La seconda autobomba è scoppiata quasi in contemporanea
con la prima vicino a una cisterna di acqua che rifornisce l’area di Caloto, senza
provocare vittime. Agli ultimi avvenimenti si unisce l’incertezza sulla sorte di due
cittadini tedeschi che si presume siano stati rapiti dall’Esercito di liberazione
nazionale (Eln), secondo gruppo guerrigliero colombiano indicato come il responsabile
il 18 gennaio del rapimento di sei dipendenti di una società mineraria, fra cui tre
stranieri, nel dipartimento settentrionale di Bolívar. Dal canto loro, le Farc hanno
preso negli ultimi giorni in ostaggio due poliziotti e un militare che si sono impegnati
a liberare con la mediazione del Comitato internazionale della Croce Rossa in data
e luogo imprecisati. (R.P.)