Kek-Ccee. Card. Erdõ: l'Europa dimentica Dio, dai cristiani il coraggio della coerenza
L’Europa secolarizzata, che ha dimenticato il cielo, e il coraggio dei cristiani del
continente, perché quello sguardo sia sempre rinnovato. Due punti di vista sui quali
il cardinale Péter Erdõ, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio
delle Conferenze episcopali d’Europa, ha preso in considerazione nel suo intervento
a Varsavia, dove è in corso di svolgimento fino ad oggi il Comitato Congiunto della
Conferenza delle Chiese Europee (Kek) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali
Europee (Ccee) sul tema “Fede e religiosità in un’Europa che cambia. I nuovi movimenti
cristiani in Europa: sfide o opportunità”. “I cristiani, la Chiesa – ha detto tra
l’altro il cardinale Erdõ – devono scrutare i segni dei tempi in modo sovrano, secondo
i criteri della propria fede” e devono avere “più coraggio”, essere cioè “talmente
coraggiosi da prescindere, a volte, persino dalla politica quotidiana, dall’opportunità
quotidiana nel nome di un’umanità che si conosce nella sua pienezza attraverso la
persona di Gesù Cristo”. Per professare la Dottrina sociale della Chiesa, ha proseguito,
“per arrivare alle conclusioni morali concrete che vengono dalla convinzione cattolica,
o cristiana, bisogna credere, bisogna avere l’esperienza dell’incontro personale e
comunitario con il signore Gesù”. Solo così, ha affermato il cardinale Erdõ si può
“essere convinti delle verità fondamentali della nostra fede”. Viceversa, ha obiettato,
“cercare, per ragioni politiche quotidiane di cambiare la struttura fondamentale della
Chiesa, e la legittimazione della dottrina della Chiesa”, o “richiedere soltanto risultati
morali”, “a volte persino politicamente corretti per essere ben visti da parte della
politica, vuol dire cadere in una trappola, ripetere il tentativo impossibile del
barone di Munchausen che voleva uscire incolume dalla sabbie mobili tirandosi per
i propri capelli”. Sul tema dei nuovi movimenti, al centro dell’incontro di Varsavia,
è stato presentata dall’Università cattolica di Lublino un’“istantanea” del continente,
nel quale sarebbero 20 milioni oggi le persone aderenti a movimenti evangelici e pentecostali.
Sebbene cattolici e ortodossi rappresentino oggi il 75% dei cristiani in Europa, i
cosiddetti “cristiani indipendenti marginali” (Indipendent Marginal Christians) sono
– secondo le ultime statistiche – in rapida crescita. Una realtà che sembra avere
particolare successo nel Regno Unito e in Russia: in entrambi i Paesi, sono cinque
milioni i seguaci dei nuovi movimenti religiosi. (A.D.C.)