India: la Chiesa frena sulla pena di morte per gli stupratori
“Lo stupro è una vergogna nazionale, ma la Chiesa non può approvare la pena di morte
per i colpevoli delle violenze, perché difende la sacralità della vita”: con tali
parole, espresse in un colloquio con l’agenzia Fides, mons. Agnelo Rufino Gracias,
vescovo ausiliare di Bombay, riporta la posizione della Chiesa indiana dopo il decreto
legge emesso dal governo. Il testo prevede la pena di morte per gli stupratori nei
casi in cui la vittima muore o finisce in stato vegetativo persistente, ma anche per
i recidivi, che ripetono il reato di “violenza sessuale aggravata”. Il provvedimento
verrà sottoposto al Parlamento, che ha sei mesi per ratificarlo. Mons. Gracias illustra
a Fides la posizione della Chiesa indiana: “Un decreto di tal genere è stato presentato
sull’onda emotiva, dopo il caso della 23enne indiana Nirbhaya, violentata e uccisa
un mese fa. Crediamo occorra una riflessione più pacata e speriamo che in Parlamento
questo accada. Siamo ben consapevoli che lo stupro è un vergogna nazionale, che condanniamo
con forza. Siamo tenaci promotori della giustizia per le vittime e di una adeguata
punizione dei colpevoli. Ma la pena capitale non è la soluzione. Crediamo che in molti
casi basterebbe applicare con zelo la legislazione vigente”. Per combattere a monte
la piaga dello stupro nella società indiana, il vescovo nota: “Come Chiesa stiamo
cercando di contribuire, nel nostro piccolo, a combattere questa terribile pratica.
Prima di tutto promuovendo il rispetto della dignità della donna e le pari opportunità.
In secondo luogo, con un lavoro capillare nell’istruzione, campo da cui partire per
cambiare una mentalità, e diffondendo una cultura basata sul valore e sul rispetto
di ogni vita umana”. Come riferito a Fides, alcuni attivisti hanno criticato il decreto
del governo per aver ignorato i casi in cui a essere accusato di stupro è il personale
delle forze di polizia o delle forze armate. Il governo ha spiegato che tale decreto
non può avere effetto retroattivo, dunque le disposizioni non possono essere applicate
al caso di Nirbhaya. (R.P.)