2013-02-05 12:41:07

Delegazione del Kazakhstan in Vaticano nel segno del dialogo interreligioso


Giungerà oggi in Vaticano una delegazione del Kazakhstan, in occasione del 10.mo anniversario del primo Congresso interreligioso di Astana, promosso dal presidente kazako, Nazarbayev, nel 2003. In mattinata, la delegazione incontrerà il Papa nel corso dell’udienza generale. Ancora impresso nella memoria della popolazione del Kazakhstan è il viaggio che Giovanni Paolo II compì nel Paese nel settembre 2001. Una visita nel segno del dialogo e della pace, a pochi giorni dagli attentati negli Usa dell’11 settembre. Sfogliando le pagine della storia recente del Paese, emerge l’udienza che Benedetto XVI ha concesso al presidente Nazarbayev il 6 novembre 2009. Nel Kazakhstan, Paese a maggioranza musulmana, gli ortodossi russi sono circa il 30%, mentre il resto dei cristiani non raggiunge il 2% della popolazione. Sulla situazione della libertà religiosa nello Stato asiatico, Olivier Tosseri, ha intervistato mons. Khaled Akasheh, membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso:RealAudioMP3

R. – Sul tema della libertà religiosa, c’è qualcosa di positivo come, per esempio, la concessione dei terreni per la costruzione di chiese, la costruzione effettiva di luoghi di culto per le varie comunità religiose, la concessione, non senza difficoltà, di visti per il personale religioso, il libero movimento all’interno del Paese per i sacerdoti e i vescovi. Sappiamo invece che in altri Paesi questo movimento è limitato. Tra i problemi, c’è quello dell’equiparazione tra nazionalità e religione. Si pensa, quindi, che tutti i polacchi siano cattolici, tutti i tedeschi siano protestanti, tutti i kazaki musulmani… Questo non corrisponde alla verità e non corrisponde, naturalmente, alla libertà religiosa, intesa anche come libertà, possibilità di cambiare religione.

D. – A proposito del dialogo interreligioso, cosa ci può dire?

R. – Il Kazakhstan è l’unico Paese in Asia centrale, che promuove un’iniziativa di queste dimensioni (come il Congresso interreligioso - ndr.), arrivata ormai alla quarta edizione, con la partecipazione della delegazione di numerosi Paesi e centinaia di persone. Questa piattaforma d’incontro tra leader religiosi, in una zona importante, in una zona non facile dal punto di vista religioso e di sicurezza, è un punto a loro favore. Abbiamo sempre spinto, se posso dire, verso la distinzione tra il dialogo e la politica dicendo che, come in altri casi, la politica deve sostenere il dialogo, assicurare lo svolgimento sereno delle iniziative, senza però essere parte o partecipare al contenuto del dialogo. Posso dire che il messaggio è stato accolto, almeno parzialmente.

Ultimo aggiornamento: 6 febbraio







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