2013-02-04 07:40:22

In Egitto ancora stato di emergenza in tre città mentre si contano 57 vittime in pochi giorni


Sale a 57 vittime il bilancio degli scontri degli ultimi giorni al Cairo, dopo la morte ieri di un giovane di 26 anni colpito venerdì, nella nuova ondata di proteste indette contro il presidente Morsi, accusato di monopolizzare il potere. Proteste esplose in concomitanza con il secondo anniversario della rivoluzione che ha abbattuto il regime del presidente Mubarak. Nelle tre città vicine al Canale di Suez - Port Said, Ismailya e Suez - resta ancora in vigore lo stato di emergenza. Intanto si discute di possibili nuove misure di sicurezza. Il servizio di Marina Calculli:RealAudioMP3

Mentre esplodono le polemiche dopo il video circolato in rete che riprende un gruppo di agenti nell’atto di accanirsi a colpi di manganello su un manifestante denudato, il consiglio della Shura discute una controversissima legge anti-proteste. La legge, di fatto una pessima copia dello stato di emergenza che ha marcato i vecchi regimi autoritari, vieterebbe dimostrazioni in strada e raduni pubblici ma soprattutto darebbe alla polizia il diritto di usare violenza contro chi osasse sfidare la regola. Secondo il Ministro della Giustizia Ahmed Mekki, “la legge anti-proteste è diventata una necessità volta a contenere l’uso della violenza e il perpetrarsi delle manifestazioni”. La legge, che però dà uno schiaffo alle ambizioni democratiche dell’Egitto, ha sollevato già un polverone di polemiche: l’opposizione giudica infatti assai pericoloso che la Shura sia ormai uno strumento dei Fratelli Musulmani per imporre al paese misure repressive. Ieri al Cairo è tornata una calma apparente, dopo le manifestazioni seguite alla morte di un manifestante di 26 anni venerdì scorso. La piazza però ha già annunciato che riprenderà il suo braccio di ferro con il potere.







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