Il Papa al nuovo patriarca caldeo: la grazia del martirio è un prezioso dono della
fede cristiana
Il Papa ha ricevuto ieri mattina il nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei, Sua Beatitudine
Louis Raphaël I Sako, accompagnato dai membri del Sinodo dei Vescovi della Chiesa
Caldea che lo hanno eletto venerdì scorso a Roma. Dopo l’incontro, il patriarca ha
presieduto nella Basilica Vaticana una Divina liturgia durante la quale si è svolta
la celebrazione pubblica della Ecclesiastica Communio concessagli dal Papa. Il servizio
di Sergio Centofanti.
Un incontro
pieno fraternità e speranza: il Papa ha accolto con grande affetto il nuovo patriarca
caldeo attorniato dai membri del Sinodo, incoraggiandoli a continuare a testimoniare
il Vangelo in una terra che sta vivendo momenti difficili. Poi, durante la Divina
liturgia, il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese
Orientali, ha citato le due lettere che Benedetto XVI ha indirizzato a lui e al nuovo
patriarca. In entrambe, il Papa “menziona la grazia del martirio, non solo come prezioso
dono dei tempi passati, bensì come permanente dimensione della autenticità cristiana”.
La prima visita in Iraq, “che ho recentemente compiuto – ha detto il cardinale Sandri
- ha evocato proprio la croce gloriosa di Gesù. E la scelta del nuovo Patriarca Caldeo
avvenuta al Celio, il colle di Roma dove i Padri Passionisti hanno piantato il vessillo
del Crocifisso che è Risorto, l'ha simbolicamente confermata quale fonte di vita e
risurrezione”. Il porporato ha quindi affidato il nuovo patriarca “all'amore senza
limiti di Colui che ha obbedito fino alla morte, all'amore che abbraccia cielo e terra
ed abbatte ogni discordia perché sia profonda la pace”. “Imploriamo speciali grazie
e benedizioni su di Lei – ha proseguito - perché come il Buon Pastore possa asciugare
le molte lacrime del popolo iracheno, e poi consolare, incoraggiare, correggere, sempre
pacificare fratelli e figli ed accompagnarli nella testimonianza”. Il cardinale Sandri
ha auspicato che il nuovo patriarca possa “essere modello di sequela e segno di speranza”
per tutti i battezzati, i quali – come ha detto il Papa - possono diventare, grazie
all’Eucaristia, seme di "riconciliazione, vicendevole accoglienza e pace". Il porporato
ha concluso il suo intervento con questo appello: “In Iraq e nel mondo intero i cristiani
e quanti credono nel Dio Unico e Misericordioso fermino finalmente l'inimicizia e
rendano sicura la via della universale fraternità”.
Sull’incontro con il Papa
ascoltiamo il nuovo patriarca caldeo Louis Raphaël I Sako:
R. – Il Papa
ha mostrato tutta la sua vicinanza a noi, alla nostra Chiesa caldea; noi tutti siamo
stati commossi per questa sua amicizia. Lo abbiamo davvero sentito come un padre:
non c’era niente di preparato, tutto è stato spontaneo, tutto veniva dal cuore. Io
gli ho detto i miei timori per questo nuovo incarico e lui mi ha risposto: “Non preoccuparti,
siamo tutti con te!”. Dunque, questo è un sostegno molto grande per noi tutti in questo
Paese che vive un tempo molto critico.
D. – Il Papa vi ha incoraggiato a testimoniare
la fede in una terra difficile …
R. – Sì, ci ha comunicato tanta speranza!
E il suo sorriso ci ha aperto una dimensione più grande, più ampia rispetto a quella
che noi spesso viviamo, che è a volte un po’ ristretta. Adesso noi ci sentiamo confermati
nella speranza e anche nella perseveranza.
D. – Purtroppo, dall’Iraq continuano
a giungere notizie di gravi attentati con decine di morti: cosa c’è dietro tutte queste
violenze?
R. – Tutto è politicizzato. Anche il cardinale Bertone, che abbiamo
incontrato, ci ha detto di essere molto preoccupato della situazione, che prega e
che la Santa Sede fa il possibile per aiutare questi Paesi sulla strada del dialogo,
per la pacifica convivenza. Ma bisogna aprire le orecchie e il cuore per ascoltare
la voce di Dio, la voce dell’uomo, nostro fratello …
Sugli eventi della mattinata,
abbiamo intervistato anche il cardinale Leonardo Sandri:
R. – Abbiamo
avuto una mattinata veramente piena, a cominciare dall’incontro con il Santo Padre,
con la sua benedizione e il suo incoraggiamento. Tutti i vescovi hanno potuto rinnovare
il loro amore e la loro fedeltà al successore di Pietro e lui ha avuto parole di grande
benevolenza, di grande simpatia e vicinanza per ogni vescovo che vive in terre dove
c’è tanta sofferenza. Poi abbiamo incontrato il segretario di Stato, il cardinale
Bertone, in un incontro veramente fraterno, e da lì siamo andati nella Basilica Vaticana
dove c’è stata la Divina liturgia con lo scambio delle Sacre Specie tra me, in quanto
delegato del Papa, e Sua Beatitudine, e poi siamo andati a venerare il Sepolcro di
San Pietro e lì Sua Beatitudine ha rinnovato la professione di fede con noi tutti.
Credo che sia stata una mattinata veramente degna dell’Anno della Fede, dell’Anno
che il Papa ha convocato per rinnovarci interiormente, per camminare avanti con la
forza della Parola del Signore.
D. – Quali sono state le parole del Papa che
più vi hanno colpito?
R. – Il Papa è stato molto vicino al Patriarca perché
ha rilevato la grande unanimità che lo ha accompagnato nell’elezione; poi ha salutato
ogni membro del Sinodo con parole di grande vicinanza soprattutto per il vescovo siriano,
il cui Paese sta vivendo momenti così difficili; ha salutato con simpatia i due vescovi
dell’Iran e, ovviamente, i vescovi dell’Iraq e poi quello del Libano e gli altri presuli
presenti. Il Papa ha avuto una parola di fiducia e di forza per ognuno.