Concerto in Aula Paolo VI con Benedetto XVI e Napolitano. Zubin Mehta: grande emozione
suonare per loro
Si terrà questa sera alle ore 18, in Aula Paolo VI, un Concerto offerto dall’Ambasciata
d’Italia presso la Santa Sede in onore di Benedetto XVI e del presidente della Repubblica
Italiana, Giorgio Napolitano, in occasione dell’84.mo anniversario dei Patti Lateranensi.
L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta dal maestro Zubin Mehta, eseguirà
la Sinfonia n.3, l' Eroica, di Beethoven e la sinfonia da “La forza del Destino” di
Giuseppe Verdi. “L’evento – si legge in un comunicato dell’ambasciata – mira a suggellare
idealmente quella specialissima intesa e sintonia che ha legato negli anni queste
due personalità, e che tanto ha contribuito alla stabilità di un Paese troppo spesso
afflitto da travagliate divisioni”. Al microfono di Gabriella Ceraso, il maestro
Zubin Mehta racconta l’emozione che precede l’evento:
R. – Ho l’onore
e il piacere di suonare per il Santo Padre. Il presidente Napolitano è già stato a
Firenze, per una prima, due anni fa. Suonare ora di nuovo per tutti e due insieme,
è un sogno che si realizza per me. L’ultima volta che ho suonato per il Papa è stato
quando lui era arcivescovo a Monaco: abbiamo suonato in occasione di una Messa alla
quale era presente anche lui.
D. – Sappiamo infatti di questa occasione: che
ricordo ha? Ebbe modo di conoscere l’allora cardinale Ratzinger …
R. – E’ sempre
stato un grande amante di musica. In questi anni del suo Pontificato ho sempre letto
dei diversi concerti ai quali è stato presente: naturalmente, anche io desideravo
suonare per lui! Per questo sono molto impaziente: non vedo l’ora che arrivi il momento!
D.
– Entriamo allora nello specifico del programma: questa sinfonia di Verdi, “La forza
del destino”, è una sinfonia su cui si è scritto tantissimo: è una sinfonia che vive
di vita propria, rispetto all’opera, perché racchiude un po’ tutto quello che è narrato
nell’opera di Verdi …
R. – Lei ha giàdetto tutto! Però, l’opera che veramente
io voglio interpretare per il presidente e per il Papa è l’“Eroica” di Beethoven,
che è la sua opera centrale. Con l’“Eroica”, Beethoven ha concluso l’epoca che era
incominciata con Haydn, con il mondo classico e ha posto le basi per tutto il periodo
romantico che poi proseguirà per altri cento anni. Questa sinfonia è integrale, e
questo aspetto è importantissimo. So che il Papa apprezza moltissimo anche Beethoven.
La nostra orchestra ha suonato la Sinfonia in tutta la tournée del Sudamerica, la
scorsa estate, e quindi siamo veramente pronti per interpretarla ancora a Roma.
D.
– Abbiamo letto della sua tournée entusiasmante che l’ha portata con l’Orchestra del
Maggio musicale fiorentino dal Sudamerica fino alla Turchia, attraversando l’Europa:
ha attraversato il mondo. Che pubblico, che umanità ha trovato?
R. – Per tutta
la vita, ho eseguito concerti ed opere per portare la musica, per unire le persone
nel mondo: non si deve dimenticare la forza della musica! In particolare in Medio
Oriente, in Israele, con molto impegno vedo poi quando arabi ed ebrei siedono insieme
per due ore, in occasione di un concerto: non risolviamo i problemi, però si sorridono
l’un l’altro. E questo va fatto mille volte, ogni giorno nel mondo, con la musica
– non solo con la musica classica, ma in generale … Veramente, non ci si riesce ad
immaginare quanto sia importante la musica per la gente, quanto sia importante per
lo spirito e per l’anima. Spero che oggi, alla fine dell’esecuzione dell’“Eroica”,
la gente abbia ricevuto un messaggio forte dal palco …