“30 anni sul campo”: Network gesuita pubblica raccolta di documenti sulla lotta all’Aids
in Africa
Era il 1981 quando veniva diagnosticato il primo caso al mondo di Aids. A poco più
di trent’anni da quella drammatica data, l’Ajan (African Jesuit Aids Network) ha dato
alle stampe un volume, intitolato “Aids–30 anni sul campo: riflessioni di fede sull’epidemia
in Africa”. Il libro, pubblicato insieme alle Edizioni Paoline africane, raccoglie
gli scritti di 29 padre gesuiti e di altre personalità coinvolte nella risposta della
Chiesa cattolica alla patologia dell’Hiv nel continente africano. “Le riflessioni
– spiega una nota dell’Ajan – hanno approcci teologici, filosofici e sociologici,
in una prospettiva che guarda all’etica e ai diritti umani, così come all’ottica,
più immediata, delle cure e dei trattamenti sanitari da mettere in atto”. Curato,
nella sua edizione, da padre Paterne Mombé Sj, coordinatore dell’Ajan, il volume “contribuisce
ad esaminare la risposta necessaria all’Aids da diversi punti di vista, rivelando
che la consapevolezza di una comprensione sfaccettata della malattia è fondamentale
per offrire soluzioni efficaci e sostenibili”. Suddiviso in quattro sezioni, il libro
esamina il quadro delle nuove prospettive; espone i punti di vista socio-economici
e culturali; presenta considerazioni sui diritti umani e sui risvolti etici; affronta
un punto cruciale, ovvero l’accesso universale alle cure, e si conclude con la spiegazione
della risposta della Chiesa, sia nella teoria che nella pratica. La prefazione della
raccolta è stata scritta dall’arcivescovo di Abuja, John Onaiyekan, che afferma: “Gli
autori e gli editori di questo volume hanno reso un grande servizio a tutti coloro
che, sia all’interno che all’esterno della Chiesa cattolica, sono davvero preoccupati
per la pandemia di Aids”. “La raccolta di materiale di così alto livello – continua
il porporato – offre un ricco ‘menù’ a tutti coloro che desiderano acquisire nuove
conoscenze sulla lotta all’Aids in una prospettiva di fede, e sulle iniziative portate
avanti dalla Chiesa cattolica”. In particolare, spiega l’Ajan, il libro lancia “un
appello all’educazione per prevenire la diffusione del virus dell’Hiv, rendendo la
giustizia e l’equità sociale strumenti di lotta alla pandemia”. Ribadendo, inoltre,
la necessità di un approccio “basato sui diritti umani e sull’etica cristiana”, il
volume invita ad “una gestione globale delle necessità degli individui, delle famiglie
e delle comunità, con particolare riferimento ai bisogni pastorali e spirituali degli
ammalati”. La speranza, conclude il card. Onaiyekan, è che “ci sia vita dopo l’Hiv:
la lotta deve continuare”. (I.P.)