Tempo di elezioni: sindrome di down e diritto di voto
In Italia sono 25mila le persone con sindrome di down. “Il mio voto conta” è la campagna
di sensibilizzazione per il diritto di voto alle persone con disabilità intellettiva,
promossa dall’Associazione Italiana Persone Down (AIPD). L’iniziativa nasce in collaborazione
con la Asl Roma E. L’obiettivo è formare le persone disabili sulla possibilità di
partecipare alla vita politica esercitando il diritto di voto. Con una lettera aperta
ai partiti politici si chiede inoltre un impegno alla traduzione dei loro programmi
in alta comprensibilità. Il servizio di Alessandro Filippelli. Educazione e informazione.
Sono questi i punti da cui partire affinché le persone affette da sindrome di down
possano effettivamente partecipare alla vita politica del paese. Un concetto ribadito
più volte da chi da diversi anni si interessa al tema del diritto di voto per le persone
con disabilità intellettiva. Anna Contardi coordinatrice nazionale dell’Associazione
Italiana Persone Down: “Dal punto di vista legislativo il diritto di voto è
riconosciuto a tutte le persone e quindi anche a quelle disabili. Una persona con
disabilità intellettiva entra nella cabina elettorale da sola. Il lavoro, quindi,
viene fatto molto prima di arrivare al seggio. Noi abbiamo messo a punto una serie
di linee guida e di materiali, che sono scaricabili dal sito My Opinion My Vote e
che quindi possono essere letti anche da chi ha una competenza cognitiva più limitata”. L’aspettativa
di vita di queste persone è considerevolmente aumentata e di conseguenza la questione
dei loro diritti politici e, più in generale, di cittadinanza non è da non sottovalutare.
Il perché non sia giusto impedire il voto a persone con disabilità intellettiva, lo
abbiamo chiesto a Mauro Ursella, elettore con sindrome di down: “La politica
per me è una cosa che può servire a tutti, che va spiegata bene nel modo più semplice,
così che tutti i disabili, anche quelli con problemi mentali, possano capire. Più
diventa chiara per tutti e meglio è”.