Il Papa ai vescovi dell’Emilia: il male sembra più forte, ma è il bene che vince
Il Papa ha ricevuto sabato il primo gruppo di presuli della Conferenza episcopale
dell’Emilia-Romagna, in visita “ad Limina”, guidati dal cardinale arcivescovo di Bologna
Carlo Caffarra. Tra i presenti, anche mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi.
Sergio Centofanti lo ha intervistato:
R. – Devo
dire che come sempre, l’incontro con il Santo Padre è un momento di grazia. Si respira
sempre con lui un’aria di estrema familiarità, di grande attenzione. Il Santo Padre
ha interloquito soprattutto su alcune questioni: i giovani, la famiglia, la cultura
e l’attenzione al mondo del lavoro, offrendo consigli, sollecitazioni di riflessione,
apprezzando anche il lavoro, le iniziative che si stanno operando nelle diverse diocesi
per questi settori della vita pastorale.
D. – Quali indicazioni ha dato, in
particolare?
R. – In particolare, il Santo Padre ci ha raccomandato la cura
delle vocazioni e la preparazione dei futuri sacerdoti; ci ha raccomandato, come indicazione
concreta, il mondo della cultura per fare fronte alla realtà drammatica del relativismo
e dell’indifferentismo che dilagano sempre di più nella nostra società, e poi ha chiesto
a ciascuno di noi di non spaventarsi di fronte alle difficoltà. A volte il male –
ha usato proprio questa espressione – sembra più forte del bene che è Gesù, ma in
realtà non è così. E nella vita di tutti i giorni – ha sottolineato – ognuno di noi
può vedere come il bene, pur nel silenzio, opera ed agisce in maniera concreta. Quindi,
è stato proprio un messaggio di grande speranza e di grande consolazione.
D.
– Il Papa ha avuto un pensiero anche per i terremotati…
R. – Ah sì, certo!
Quando mi ha visto ha detto subito: “Ma lei è il vescovo della diocesi più terremotata!”,
senza che io nemmeno mi presentassi: quindi, si ricordava molto bene. Ha chiesto come
stiano andando le cose, e io lo ho informato…
D. – Qual è la situazione della
ricostruzione, oggi, in riferimento alla Chiesa?
R. – La diocesi è messa in
questi termini: per il 2013, sono stati approvati dalla Regione 13 progetti di ricostruzione
dei danni del terremoto, quindi 13 chiese dovrebbero essere riaperte, e tra queste
chiese quasi sicuramente dovrebbe esserci anche la Cattedrale. Poi, nelle zone più
pesantemente segnate dal terremoto stiamo costruendo tre chiese prefabbricate, ma
comunque molto belle: naturalmente, sarà una provvisorietà che andrà avanti nel tempo.
Inoltre, ad ogni comunità parrocchiale è stato assicurato un centro comunitario proprio
per poter continuare a svolgere le attività pastorali indispensabili. Questo non vuol
dire che tutto sia risolto, per carità! Ci sono infatti tante questioni che rimangono
aperte, e una delle più gravi e qui io – se mi permette – rivolgo un appello attraverso
Radio Vaticana: abbiamo un bisogno estremo di sacerdoti. Se ci fosse qualcuno disposto,
con un’esperienza fidei donum, a venire a Carpi, sarebbe accolto veramente a braccia
aperte, perché il clero – anche se di una fedeltà e di uno zelo pastorale ammirevoli
– è anziano e noi abbiamo bisogno di forze giovani e le esigenze del terremoto hanno
segnato in particolar modo la realtà giovanile. Ho bisogno proprio di sacerdoti ancora
relativamente giovani che si impegnino in questo ambito, in questo contesto così importante
per il futuro della società e della stessa Chiesa.
D. – E la situazione della
gente?
R. – Naturalmente, nessuno più vive nelle tende; laddove non sia stato
ancora possibile sistemare le case sono stati costruiti dei moduli abitativi, assolutamente
provvisori – perché l’intenzione, appunto, è quella di assicurare la ricostruzione
dei nostri paesi e delle nostre realtà. Rimane un problema che è il dato economico:
molte aziende sono in difficoltà e questi sono sicuramente segni preoccupanti, tenendo
conto anche della grave crisi economica che il mondo e la nostra Italia stanno vivendo.
Carpi, economicamente, era una zona molto ricca e corre il rischio di rimanere in
ginocchio se non si interviene quanto prima con finanziamenti diretti proprio all’attività
produttiva.