2013-02-02 07:06:24

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


Nella quarta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù, parlando nella sinagoga di Nazaret, rimprovera l’incredulità dei suoi concittadini e afferma: “nessun profeta è bene accetto nella sua patria”. Ma tutti nella sinagoga si riempiono di sdegno:

“Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Il Vangelo inizia dove finiva domenica scorsa: "Oggi si è compiuta questa Scrittura". L'entusiasmo nella sinagoga di Nazaret dura poco, perché quell'aria decisa e autorevole di Gesù non se l'aspettavano. Poteva essere un momento trionfale: invece prende subito la via dello scetticismo e della diffidenza. Un errore di comunicazione, o una incapacità a inquadrare quel figlio del falegname in altro modo? Invece di gratificare i suoi paesani con qualche gesto a sorpresa, Gesù li invita a sentirsi dentro una storia più grande di loro, la storia di Dio che segue i suoi piani, senza favoritismi. Dio ha sguardo ampio, rompe tabù e confini: è grazia per tutti. Per questo la scena si fa aperto conflitto, fino al limiti della minaccia arrabbiata. Gesù è cacciato da un tumulto popolare, spinto fino allo sperone di roccia che sovrasta il paese, per buttarlo giù. Li ha delusi, si rifiutano di credere che "uno di loro" sia l'inviato da Dio: non interessa che si dica inviato per gli impoveriti e i disperati, per chi è disprezzato e umiliato. Quelli di Nazaret si aspettavano qualcosa di spettacolare, tutto per loro. Invece si sono trovati davanti un invito a solidarizzare con tutti i flagellati della terra, senza egoismi, né chiusure meschine. Si allargava troppo, la delusione li esaspera. E Gesù non ritornerà più a Nazaret, seguirà altre strade, ferito per tanta ottusità. Guardiamo che non capiti anche a noi.







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