Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
Nella quarta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo
in cui Gesù, parlando nella sinagoga di Nazaret, rimprovera l’incredulità dei suoi
concittadini e afferma: “nessun profeta è bene accetto nella sua patria”. Ma tutti
nella sinagoga si riempiono di sdegno:
“Si alzarono e lo cacciarono fuori
della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro
città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Il Vangelo inizia
dove finiva domenica scorsa: "Oggi si è compiuta questa Scrittura". L'entusiasmo nella
sinagoga di Nazaret dura poco, perché quell'aria decisa e autorevole di Gesù non se
l'aspettavano. Poteva essere un momento trionfale: invece prende subito la via dello
scetticismo e della diffidenza. Un errore di comunicazione, o una incapacità a inquadrare
quel figlio del falegname in altro modo? Invece di gratificare i suoi paesani con
qualche gesto a sorpresa, Gesù li invita a sentirsi dentro una storia più grande di
loro, la storia di Dio che segue i suoi piani, senza favoritismi. Dio ha sguardo ampio,
rompe tabù e confini: è grazia per tutti. Per questo la scena si fa aperto conflitto,
fino al limiti della minaccia arrabbiata. Gesù è cacciato da un tumulto popolare,
spinto fino allo sperone di roccia che sovrasta il paese, per buttarlo giù. Li ha
delusi, si rifiutano di credere che "uno di loro" sia l'inviato da Dio: non interessa
che si dica inviato per gli impoveriti e i disperati, per chi è disprezzato e umiliato.
Quelli di Nazaret si aspettavano qualcosa di spettacolare, tutto per loro. Invece
si sono trovati davanti un invito a solidarizzare con tutti i flagellati della terra,
senza egoismi, né chiusure meschine. Si allargava troppo, la delusione li esaspera.
E Gesù non ritornerà più a Nazaret, seguirà altre strade, ferito per tanta ottusità.
Guardiamo che non capiti anche a noi.