2013-02-01 14:06:33

Roma, chiuso il ciclo delle letture teologiche sul Vaticano II


Riscoprire i frutti dottrinali che nascono dai documenti del Concilio, non come storia passata, ma verità attuale su cui riflettere. Questo il bilancio delle tre letture teologiche che si sono concluse giovedì sera a Roma nella sala della Conciliazione del Palazzo Lateranenese. Tema dell’ultima serata “La Costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes”. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

E’ l’uomo al centro della Gaudium et spes, che riceve attraverso Cristo Uomo nuovo la verità della grandezza nella sua dignità personale. E l’amore diventa fondamento della sua vita, perché solo amando i fratelli si può camminare sulle vie della verità. L’arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia:

“E’ bello accogliere l’eredità del Concilio nella Gaudium et spes, partendo dalla fraternità che supera lo stesso concetto di solidarietà: perché la fraternità comporta una correlazione alla filiazione divina, Gesù, e alla paternità divina, il Padre del Cielo. In Cristo, centro della storia, possiamo veramente recuperare la bellezza di essere figli dello stesso Padre nel Figlio e di essere aperti a quella fraternità che diventa spazio per superare l’estraneità dell’egoismo e per immergerci in quella fiducia bella che ci fa dire: per capire l’uomo bisogna andare a Cristo, è Cristo che spiega l’uomo non è l’uomo che spiega Cristo”.

E la Costituzione pastorale Gaudium et spes ha concluso il ciclo delle letture teologiche sui documenti del Concilio Vaticano II. Ascoltiamo un bilancio di questa edizione da Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale Italiana, che ha moderato gli incontri:

“Si è trattato di tre tornate di riflessione su documenti centrali, non sono documenti da collocare in uno scaffale ma di animazione della vita. Questa è la finalità degli stessi incontri: cioè, un invito alla lettura e a un contributo personale. Le prospettive aperte dai relatori sono solamente l’inizio di un percorso, sono un invito a riprendere questi documenti, a leggerli, ma ancor di più, ciascuno nella sua porzione di responsabilità e di funzione, a concorrere a dare attuazione ad essi. Sono un ponte verso il futuro”.

E in questi documenti emerge una nuova centralità dell’uomo. Lo afferma il vicario della diocesi di Roma, il cardinale Agostino Vallini:

“L’uomo e Dio sono al centro, nel senso che una espressione di fede dell’uomo credente è proprio quella di riconoscersi, di ritrovarsi, di riscoprirsi frutto di un progetto di amore che viene da Dio. Per esempio, si è discusso di una vera antropologia a partire dalla paternità di Dio, alla fraternità tra gli uomini. Questo dice che effettivamente l’impoverimento di questo nostro tempo è legato proprio a questa perdita di attenzione al mistero dell’uomo nel mistero di Dio”.

Ultimo aggiornamento: 2 febbraio 2013







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