Crisi alimentare in Guatemala, i vescovi invocano la riforma agraria
Luis Badilla Morales, Radio Vaticana La terribile
crisi alimentare che colpisce il Guatemala, corridoio fondamentale per i flussi migratori
illegali e il traffico di droga, è un effetto della mancata riforma agraria. I vescovi
criticano il Parlamento per non aver approvato la legge sullo sviluppo rurale e chiedono
allo Stato di utilizzare gli investimenti delle multinazionali estere per il bene
comune. Oggi il Guatemala è derubato costantantemente della propria terra, coltivata
da una popolazione in schiavitù che deve sottostare a un sistema agrario di tipo 'feudale'.
I presuli arrivano addirittura a chiedere al govermo di rafforzare i processi democratici
e togliere ogni sospetto sulla possibilità che si trasformi in un esecutivo militarista.
In un recente messaggio la Conferenza episcopale del Guatemala, raccogliendo
le conclusioni dell'Assemblea plenaria tenutasi dal 21 al 25 gennaio, sottolinea la
necessità di promuovere "un nuovo modello di sviluppo e una nuova visione dell'economia
per realizzare uno sviluppo integrale, solidale e sostenibile". Nel testo i vescovi
sottolineano come la crisi alimentare che colpisce migliaia di guatemaltechi, in particolare
bambini vittime di malnutrizione cronica, sia "un affronto alla dignità umana di tutti
coloro che soffrono" e sia "più grave della crisi finanziaria". Una citazione
di quanto scritto da Benedtetto XVI nel suo Messaggioper la Giornata mondiale della
pace. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)