Vicini agli oppressi. Il Papa ai vescovi campani: lottare contro camorra e disoccupazione
giovanile
Benedetto XVI ha ricevuto ieri il secondo gruppo di presuli della Conferenza episcopale
della Campania, in visita “ad Limina”. All’incontro ha partecipato anche il cardinale
arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. Sergio Centofanti lo ha intervistato:
R. - È stato
un incontro meraviglioso perché avvenuto in un clima di profonda comunione, di apertura,
nel quale il Santo Padre ci ha dato degli indirizzi, perché naturalmente conosceva
bene la situazione attraverso le relazioni che gli avevamo inviato. Ma, anche dopo
aver ascoltato ogni singolo vescovo, ha fatto una sintesi di tutti quelli che sono
i tanti lati positivi che sono emersi anche nelle attività delle singole diocesi e
di qualche difficoltà che dobbiamo affrontare e quindi incoraggiandoci ad andare avanti.
D.
- Quali sono le preoccupazioni principali del Papa?
R. - Intanto, il Papa ha
preso atto di una vivacità delle varie Chiese, che si manifesta attraverso un impegno
molto serio, molto convinto, dei sacerdoti e dei religiosi, ma anche e soprattutto
dei laici, i quali con una nuova coscienza della loro identità cristiana si sentono
chiamati anche ad evangelizzare gli ambienti in cui si trovano. Quali sono i problemi?
Prima di tutto, sono quelli di ordine sociale: mancanza di lavoro, presenza delle
attività camorristiche che impediscono lo sviluppo non solo sociale ma anche umano
dei nostri territori, l’inquinamento, e tutte quelle cose che purtroppo caratterizzano
un po’ il nostro vivere in questa realtà campana. Ma, in ogni caso, il Santo Padre,
sia perché precedentemente era spesso intervenuto, sia perché ha visto l’impegno dei
vescovi e dei sacerdoti, ci ha detto di andare avanti. Una nota molto bella, particolare,
sono le vocazioni, che nei nostri territori stanno attraversando un periodo bello,
direi quasi una primavera di giovani che rispondono al Signore e che vogliono seguire
il Cristo, dando la loro vita per il bene della Chiesa e quello delle anime.
D.
- Quindi il Papa vi ha incoraggiato a continuare la vostra lotta, come Chiesa, alla
criminalità organizzata e in particolare nel vostro impegno per l’occupazione dei
giovani…
R. - Assolutamente sì. Il Papa era già intervenuto altre volte, ma
in questo caso ha chiesto di farci voce - noi come Chiesa, e nel nome di Cristo -
dei più deboli, dei più umiliati, di coloro che vengono sopraffatti, soprattutto di
quelli che non riescono a causa della mancanza di lavoro - mi riferisco ai giovani
- a realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni.
D. - Cosa l’ha maggiormente
colpita di questo incontro con il Papa?
R. - Il Papa ci ha seguiti uno per
uno con molta lucidità e con molta chiarezza e soprattutto ha individuato nella sua
sintesi i problemi che avevamo esposto dicendoci di andare avanti. Ci ha benedetti
e ha detto che ci è vicino in questa opera pastorale apostolica nella nostra regione.
D.
- Come ritornate a Napoli?
R. - Carichi di questa bontà. La visita ad limina
è sempre un segno di profonda comunione dei vescovi con il Papa e dei vescovi tra
loro. Alla fine ho visto anche le sensazioni degli altri confratelli vescovi che erano
molto soddisfatti e soprattutto molto carichi per questo incoraggiamento ricevuto
dal Papa.