Kenya: nuovo appello dei vescovi in vista delle elezioni del 4 marzo
Un cuore e uno spirito rinnovati per il bene del Kenya. È quanto chiedono i presuli
cattolici di fronte agli scontri e alle violenze politiche che hanno attraversato
il Paese negli ultimi giorni. Un appello rivolto all’intera nazione in vista delle
elezioni presidenziali del 4 marzo prossimo, con l’obiettivo, appunto, di arginare
i pesanti eccessi che hanno caratterizzato la recente tornata di primarie, nel corso
delle quali una persona è morta e altre cinquanta sono rimaste ferite. Ma, soprattutto,
l’intento è quello di scongiurare il ripetersi del bagno di sangue avvenuto nel 2008
quando, come si ricorderà, almeno mille persone furono massacrate durante gli scontri
post-elettorali. In un documento pubblicato sul sito della Conferenza episcopale e
ripreso dall’Osservatore Romano, i presuli si dicono increduli per come “i partiti
hanno condotto le loro primarie in totale disprezzo delle regole del diritto e i principi
della democrazia”. Infatti, affermano, “abbiamo assistito a disordini, alla corruzione
degli elettori, alla pianificazione dei brogli, al nepotismo, al totale disprezzo
per i diritti democratici del popolo” e tutto ciò “nonostante la nuova Costituzione”.
Di qui, il forte invito rivolto in primo luogo alla commissione elettorale perché
eserciti fino in fondo il suo mandato con l’autorità e l’indipendenza necessari “per
conquistare la fiducia dei keniani”. Secondo i vescovi le attuali sfide sono “superabili”,
considerata la volontà dei cittadini di evitare il ripetersi degli scontri del 2008.
Tutto questo, però, richiede “lo sforzo congiunto di tutti i keniani di non votare
i leader assetati di potere. Per i vescovi c’è “bisogno di una nuova mentalità che
metta il popolo al primo posto. Un nuovo spirito di onestà e integrità, giustizia
e ordine, che metta al primo posto gli interessi del popolo”. I presuli, ritengono
insomma che il popolo keniano “meriti di meglio”», molto di meglio di quanto finora
abbia dimostrato l’attuale classe politica. «Per mettere alle nostre spalle l’orrore
di cinque anni fa, ci meritiamo la possibilità di tenere elezioni libere e leali,
e la possibilità di votare senza paura e intimidazione”. In questo senso, i vescovi
esprimono alcune indicazioni. In primo luogo, invitano i candidati a impegnarsi pubblicamente
per il rispetto delle regole, per una campagna elettorale pacifica e per l’utilizzo
di percorsi legali e non violenti nell’eventualità di contestazione dei risultati.
I leader politici vengono anche invitati a non fomentare le divisioni etniche, la
corruzione e la strumentalizzazione dei giovani per provocare situazioni di caos.
La magistratura, a sua volta, dovrebbe assicurare un intervento tempestivo per cancellare
subito ogni dubbio su questioni controverse. (L.Z.)