2013-01-30 20:12:52

Rapporto sulla libertà di stampa di Rsf: speranze deluse dopo la "Primavera araba"


La classifica 2013 della libertà di stampa in 179 Paesi del mondo: è quanto viene descritto nel rapporto della Ong internazionale Reporters sans frontières (Rsf), pubblicato ieri. Democrazie nordeuropee in testa - Norvegia, Olanda e Finlandia - , dittature asiatiche in coda - Corea del nord, Turkmenistan e Eritrea - mentre in Europa continua il trend negativo legato alla cattiva legislazione sulla stampa. Segno distintivo, dopo i mutamenti legati alle primavere arabe, è un “ritorno alla normalità”. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Mimmo Candito presidente di Rsf Italia:RealAudioMP3

R. - Si ritorna alla delusione o comunque alla riduzione delle aspettative che i processi di trasformazione sociale e politica avevano lasciato immaginare.

D. - E questo è particolarmente vero nei Paesi interessati dalle “Primavere arabe”: Tunisia, Egitto e Libia sono rimasti a livelli molto bassi. I nuovi governi si sono poi "rivoltati" contro i giornalisti che si sono fatti voce della richiesta di libertà del popolo. In Siria, poi ricordiamo i 66 giornalisti uccisi nel 2012…

R. - Una cifra impressionante. Purtroppo le tensioni generate dalle aspettative e dalla speranza, ma anche dalla profonda trasformazione, si stanno riducendo e trasformando in un processo soltanto di protesta.

D. - Ai primi posti di democrazia i Paesi nordici, agli ultimi le dittature in Turkmenistan, Eritrea e soprattutto Corea del Nord, dove nulla sembra cambiato con l’arrivo di Kim Jong-Un.

R. - Credo che non ci fossero grandi aspettative in realtà. La Corea del Nord è uno di quei Paesi quasi simbolo di cosa significhi un regime. Vorrei ricordare poi la Russia, dove il potere di Putin è repressivo e noi tendiamo a dimenticarlo perché abbiamo bisogno del gas russo.

D. - Il continente più in basso nella classifica è l’Asia: il Giappone segnale una brusca caduta per il bavaglio imposto ai giornalisti sul il caso Fukushima, migliora la situazione in Birmania, mentre spostandoci nella “virtuosa” Europa, che occupa i primi 30 posti in classifica, il rapporto dice che il modello europeo si sta sfasciando. Quali sono i Paesi più critici?

R. - L’Italia è sicuramente uno di questi Paesi. La “legge bavaglio”, i tentativi di costrizione, i processi e le minacce indicano come il nostro Paese, pur essendo riuscito a risalire tre o quattro posizioni, non ha ancora una classifica da essere considerata in termini positivi.







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