Rapporto sulla libertà di stampa di Rsf: speranze deluse dopo la "Primavera araba"
La classifica 2013 della libertà di stampa in 179 Paesi del mondo: è quanto viene
descritto nel rapporto della Ong internazionale Reporters sans frontières (Rsf),
pubblicato ieri. Democrazie nordeuropee in testa - Norvegia, Olanda e Finlandia -
, dittature asiatiche in coda - Corea del nord, Turkmenistan e Eritrea - mentre in
Europa continua il trend negativo legato alla cattiva legislazione sulla stampa. Segno
distintivo, dopo i mutamenti legati alle primavere arabe, è un “ritorno alla
normalità”. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Mimmo Candito presidente
di Rsf Italia:
R. - Si ritorna
alla delusione o comunque alla riduzione delle aspettative che i processi di trasformazione
sociale e politica avevano lasciato immaginare.
D. - E questo è particolarmente
vero nei Paesi interessati dalle “Primavere arabe”: Tunisia, Egitto e Libia sono rimasti
a livelli molto bassi. I nuovi governi si sono poi "rivoltati" contro i giornalisti
che si sono fatti voce della richiesta di libertà del popolo. In Siria, poi ricordiamo
i 66 giornalisti uccisi nel 2012…
R. - Una cifra impressionante. Purtroppo
le tensioni generate dalle aspettative e dalla speranza, ma anche dalla profonda trasformazione,
si stanno riducendo e trasformando in un processo soltanto di protesta.
D.
- Ai primi posti di democrazia i Paesi nordici, agli ultimi le dittature in Turkmenistan,
Eritrea e soprattutto Corea del Nord, dove nulla sembra cambiato con l’arrivo di Kim
Jong-Un.
R. - Credo che non ci fossero grandi aspettative in realtà. La Corea
del Nord è uno di quei Paesi quasi simbolo di cosa significhi un regime. Vorrei ricordare
poi la Russia, dove il potere di Putin è repressivo e noi tendiamo a dimenticarlo
perché abbiamo bisogno del gas russo.
D. - Il continente più in basso nella
classifica è l’Asia: il Giappone segnale una brusca caduta per il bavaglio imposto
ai giornalisti sul il caso Fukushima, migliora la situazione in Birmania, mentre spostandoci
nella “virtuosa” Europa, che occupa i primi 30 posti in classifica, il rapporto dice
che il modello europeo si sta sfasciando. Quali sono i Paesi più critici?
R.
- L’Italia è sicuramente uno di questi Paesi. La “legge bavaglio”, i tentativi di
costrizione, i processi e le minacce indicano come il nostro Paese, pur essendo riuscito
a risalire tre o quattro posizioni, non ha ancora una classifica da essere considerata
in termini positivi.