2013-01-30 08:26:13

La Cina soffoca: inquinamento record a Pechino


Pechino fa i conti con un inquinamento oltre tutti i limiti: il governo cinese ha annunciato la chiusura di 103 fabbriche e ritirato dalla circolazione il 30% dei veicoli governativi per migliorare la qualità dell’aria, che dall’inizio di gennaio ha raggiunto un livello negativo di 30-45 volte superiore agli standard di sicurezza. Roberta Gisotti ha intervistato Stefano Vecchia, collega, esperto di questioni asiatiche:RealAudioMP3

D. – A che cosa imputare questa impennata di inquinamento atmosferico? A fatti contingenti o a politiche industriali miopi in tema di ambiente?

R. – Diciamo che si tratta della concomitanza di tre fattori. Un fattore ambientale, data la posizione particolare della capitale Pechino, che è a ridosso delle montagne e quindi l’aria che proviene da oriente tende a bloccarsi e a creare un ristagno. C'è poi una questione di carattere climatico, dovuta in parte a mutamenti di questi ultimi anni e da contingenze particolari di questo periodo invernale. Terzo elemento, che più colpisce, è invece il dato riferito alla crescita dell’inquinamento per emissioni civili e industriali. Indubbiamente, in un contesto in cui l’uso del carbone cresce in Cina del 5% l’anno, e in cui le auto sono aumentate di ben il 60%nello stesso periodo e in maggior parte sono concentrate nelle metropoli, questo qualche problema lo crea.

D. – Il primo ministro, Wen Jiabao, ha dichiarato ieri che occorre pianificare lo sviluppo di aree cittadine e rurali, promuovere il risparmio energetico, ridurre le emissioni e sviluppare l’ecologia. Solo promesse o ci sono le condizioni politiche per realizzare tutto ciò?

R. – Le condizioni politiche ci potrebbero essere dopo l’elezione dei nuovi vertici del Paese a marzo. Quello che è importante è che il potere, il governo, riconosca già da tempo l’ampiezza di queste problematiche e non nasconda i dati ai cittadini: questo è già un grande progresso. Evidentemente, agire poi sulle cause sarà comunque molto difficile, tenendo presente che la Cina è in grande sviluppo e la classe media va estendendosi e con essa tutte le necessità collegate, come ad esempio l’uso di autoveicoli, in particolare nelle grandi metropoli. E, poi vi sono le necessità di produzione connesse con il bisogno di mantenere un livello di crescita molto alto. Sono tutti fattori concomitanti e il governo punta soprattutto sull’utilizzo di tecnologie nuove, alternative per la produzione di energia elettrica, ma nello stesso tempo sull’uso di tecnologie più evolute per abbattere in particolare i livelli delle polveri sottili, che provengono dagli stabilimenti industriali.

D. – Quale ruolo può svolgere l’opinione pubblica, maggiormente informata e quindi responsabilizzata?

R. – Può giocare – e lo sta già facendo – un ruolo molto forte: un ruolo di "guardia" di queste problematiche, di questi fenomeni, e non solo nell’ambito dell’inquinamento e dell’ecologia. Il governo sembra sempre più propenso ad ascoltare. Evidentemente, però, a contrastare questa chiarezza, questa necessità di apertura e anche la necessità di una crescita meno caotica e con una serie di conseguenze anche pesanti, sta appunto anche il bisogno di un Paese che deve continuare a crescere almeno al 7-8% l’anno per riuscire a garantire un livello di benessere per la popolazione equiparabile almeno a quello che sta registrando negli ultimi anni.







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