2013-01-29 07:44:16

In Egitto scontri e vittime: più poteri all’esercito


Non regge il coprifuoco notturno in Egitto. Migliaia di persone hanno sfidato il provvedimento scendendo in strada a Suez, Port Said ed Ismailiyya. Due i morti nella giornata di ieri, segnata da scontri e manifestazioni in diverse città egiziane. Caduto nel vuoto l’invito all’opposizione del presidente Morsi di aprire un tavolo di dialogo nazionale. Il servizio di Marina Calculli:RealAudioMP3

Nonostante il coprifuoco imposto dal presidente Morsi a Suez, Port Said e Ismailiyya, la gente ha sfidato il raìs: i locali sono rimasti aperti ben oltre le 9 di sera, e qualcuno ha persino giocato a calcio. Ma è la violenza che non conosce tregua nel quarto giorno consecutivo dopo l’anniversario della rivoluzione. Ieri al Cairo, Damanhour, Alexandria and Kafr El-Sheikh gli scontri tra manifestanti e polizia sono ripresi fin dalla mattina. Nella capitale un passante, schiacciato tra i due blocchi, è rimasto ucciso da un proiettile. A Port Said le manifestazioni hanno gridato “basta alle tue misure anti-democratiche”, hanno chiesto a Morsi di assumersi le sue responsabilità per i morti dei giorni scorsi, domandando anche le dimissioni del Ministro degli Interni. Nel frattempo il presidente ha allargato i poteri dei militari, consentendo loro di arrestare i civili, mentre a poco è servito l’appello al dialogo con l’opposizione: il Fronte di Salvezza Nazionale chiede che venga formato un nuovo governo di unità nazionale ed un comitato che riveda la costituzione appena approvata. Venerdì l’invito è a tornare in piazza.

Sulla decisione del governo di conferire più potere ai militari, Benedetta Capelli ha intervistato Alessandro Corneli, docente di Relazioni internazionali e geopolitica alla Luiss-Guido Carli di Roma:RealAudioMP3

R. – Sta accadendo una cosa: sembrava che Morsi avesse rimesso, per così dire, i militari nelle caserme. In realtà, è stato soltanto un compromesso al momento della sua elezione e del voto sulla Costituzione. Un compromesso nel senso che i militari hanno detto: va bene, ora stiamo a vedere che cosa è capace di fare il presidente. Il presidente, con tutta la buona volontà, la bacchetta magica non ce l’ha, quindi le manifestazioni sono riprese perché la realtà quotidiana è molto dura e lui adesso ha dovuto fare ricorso ai militari per cercare di tenere sotto controllo la situazione.

D. – Morsi ha anche lanciato un appello all’opposizione per creare un tavolo di unità nazionale, appello che invece è inesorabilmente caduto nel vuoto…

R. – C’è stato un atteggiamento di superbia da parte di Morsi nei confronti degli altri candidati a governare il Paese, e quindi il disdegno con cui ha evitato di trattare, puntando alla vittoria, puntando alla soluzione dei problemi con l’accordo con gli islamici, lo ha messo adesso nella posizione di non avere molte carte da giocare. La sua offerta all’opposizione in questo momento è caduta nel vuoto: l’opposizione aspetta soltanto che cada Morsi e che non ce la faccia …

D. – Ma secondo lei è uno scenario possibile, quello della caduta di Morsi?

R. – Secondo me è possibile, benché lui abbia qualche appoggio internazionale e questi significhino una cosa semplice, cioè che all’Egitto arrivano rifornimenti alimentari per tenere un po’ la situazione sotto controllo … Poi, in realtà, all’interno le condizioni peggiorano di giorno in giorno e quindi le rivolte diventeranno sempre più importanti, i militari riprenderanno voce in capitolo e quindi la posizione di Morsi finirà per affievolirsi.

D. – Che giudizio riservare, a questo punto, a quella che era la Primavera araba, nata a Piazza Tahrir, e che invece sembra essersi dissolta in queste violenze senza fine?

R. – Una grande illusione. Nel senso che si è voluto dare un’importanza eccessiva al desiderio, per carità: legittimo e fondato, di democrazia però questo non comporta automaticamente un miglioramento delle condizioni generali. La disoccupazione è altissima – intorno al 40 per cento – le condizioni abitative sono pessime, il lavoro non c’è, il turismo è diminuito e pertanto le entrate si sono assottigliate: sono questi i problemi quotidiani delle persone. E non potendoli affrontare né risolvere, evidentemente la protesta continua. Quindi, non ci si può illudere che attraverso una modifica soltanto politica o costituzionale o altro, questi problemi si risolvano immediatamente.

D. – Secondo lei, la Fratellanza musulmana sta perdendo consensi?

R. – No, secondo me, no. Aspetta di liberarsi anche di Morsi e ci sarà alla fine lo scontro diretto tra la Fratellanza musulmani e i militari.







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