2013-01-28 15:38:13

Zambia: appello dei vescovi per l’approvazione di una nuova Costituzione


“Agire giustamente e camminare umilmente con Dio”: si intitola così il comunicato della Conferenza episcopale in Zambia (Zec), diffuso domenica, al termine della Plenaria di gennaio. Dal lungo documento, siglato da mons. Ignatius Chama, arcivescovo di Kasama e presidente della Zec, emerge soprattutto un appello al governo affinché vari al più presto una nuova Costituzione. In particolare, i vescovi puntano il dito contro alcune irregolarità evidenti nel processo di elaborazione della Carta fondamentale: promessa sin dalle elezioni del settembre 2011, la Costituzione è tuttora priva di “un quadro giuridico sui suoi contenuti” e di “una tabella di marcia e di una scadenza definitiva” per la sua approvazione; i vescovi notano, inoltre, che non è stato pubblicato il bilancio preventivo per la stesrua della Costituzione e “ciò è inaccettabile – scrivono – poiché il governo deve essere trasparente su questo argomento”. Inoltre, i presuli ribadiscono la necessità di sottoporre la nuova Carta fondamentale ad un referendum, secondo quanto promesso in passato. Altro punto esaminato dalla Plenaria è il rapporto Stato-Chiesa: in particolare, la Zec ricorda la cooperazione con il governo nell’ambito del settore educativo e lamenta “la crescente tendenza dell’esecutivo di portare avanti pronunciamenti unilaterali, circolari e direttive” senza “le dovute consultazioni” con le altre parti in causa. La medesima problematica i vescovi la riscontrano nel campo della sanità, in cui le relazioni tra Stato e Chiesa sono stabilite da uno specifico memorandum che, però, spesso viene ignorato dall’esecutivo. Quindi, guardando al contesto politico, la Chiesa in Zambia punta il dito contro “le discussioni tra i partiti per l’egemonia del potere, sempre più al centro della scena, a scapito del bene comune del Paese”. In quest’ottica, i presuli lanciano un appello “a tutti i leader politici, affinché dimostrino maturità, dignità e magnanimità nell’esercizio della loro leadership”, così da “concentrarsi sulla promozione del bene comune e sulla tutela dei più deboli nella società”. E ancora, i presuli chiedono alle autorità di “esercitare con prudenza il potere che la popolazione ha affidato loro”, ricordando che “ospedali, scuole ed altri centri pubblici non riescono ad offrire servizi di qualità a causa della mancanza di fondi”, destinati a “priorità sbagliate”. Per questo, i presuli auspicano che “la nuova Costituzione preveda un meccanismo di controllo” in questo settore. Di qui, l’ulteriore richiamo che la Zec fa agli esponenti del potere, affinché “siano coerenti con i principi dichiarati e fedeli all’impegno intrapreso per il bene comune”. Un altro aspetto critico che i vescovi in Zambia mettono in risalto è la questione dell’ordine pubblico: pur esprimendo apprezzamento per gli sforzi messi in atto dalla polizia per “combattere il crimine e garantire il rispetto della legge”, i presuli ribadiscono “il principio dell’uguaglianza di fronte alla legge stessa” e sottolineano che “garantire la legge e l’ordine non significa impedire ai partiti dell’opposizione di esercitare i loro diritti basilari, come quello di riunirsi liberamente in assemblea”. In questo senso, il governo viene esortato ad abrogare la legge che regolamenta la gestione dell’ordine pubblico, definita “repressiva ed anacronistica”, affinché la nazione possa intraprendere, “in spirito ed alla lettera, il cammino democratico, senza precipitare nel caos”. Centrale, poi, l’esortazione della Chiesa affinché lo Stato garantisca “il diritto alla vita, la libertà di espressione, di associazione e di coscienza”. “Il governo – si legge nella nota – ha l’imprescindibile obbligo di promuovere e rispettare i diritti umani dei cittadini, e ciascun cittadino ha l’obbligo di rispettare i diritti dell’altro”. “La situazione dei diritti umani nel Paese – proseguono i vescovi – si sta deteriorando in maniera preoccupante”, a causa “dell’uso arbitrario del potere da parte di esponenti governativi; di intimidazioni e minacce contro chiunque non sia filogovernativo; deportazioni di sacerdoti cattolici che, nelle loro omelie, criticano il governo”. Infine, i presuli concludono la loro dichiarazione invitando tutti i fedeli a pregare per il Paese, affinché abbia “sete e fame di una società più giusta”. (A cura di Isabella Piro)

Ultimo aggiornamento: 29 gennaio







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