2013-01-28 07:57:39

Stato di emergenza in tre città dell’Egitto dopo le violenze degli ultimi giorni


Ancora morti in Egitto, nel secondo anniversario della rivoluzione. E il presidente Morsi dichiara lo stato di emergenza nelle città di Ismailia, Suez e Port Said. Le ultime violenze ci sono state ieri proprio a Port Said. La scintilla è stata la sentenza di condanna a morte di 21 imputati accusati di omicidio nel massacro avvenuto nello stadio della città il 2 febbraio dello scorso anno. Delle gravi questioni politiche sullo sfondo delle violenze ci parla Marina Calculli:RealAudioMP3

Dopo un’ennesima giornata di caos ieri sera il presidente Morsi ha invocato lo stato d’emergenza e imposto un coprifuoco di 30 giorni a Ismailiyya, Suez e Port Said. Proprio qui ieri ci sono stati 7 morti e oltre 600 feriti durante il funerale delle 31 vittime del giorno prima, a loro volta risucchiate nella violenza tra due fazioni di ultras. L’oggetto della disputa era una sentenza ai danni dei presunti responsabili di un tragico episodio di violenza avvenuto un anno prima nello stadio di Port Said. Ma l’elemento sportivo si salda al dato politico: durante i funerali, infatti, i manifestanti avevano gridato slogan contro il presidente. Anche al Cairo, ad Alessandria, a Suez ci sono stati nuovi scontri, dopo quelli dei due giorni precedenti. La piazza anti-Morsi ora accusa il nuovo raìs di essere uguale a Mubarak e l’establishment dei Fratelli Musulmani di aver rubato la rivoluzione. Il Consiglio di Salvezza nazionale, che riunisce tutte le voci dell’opposizione liberale e laica, ha chiesto al presidente di formare una commissione neutrale per emendare la costituzione approvata solo un mese fa ma assai contestata da molti egiziani. Per oggi è atteso un nuovo meeting mentre l’instabilità continua a far crollare la borsa del Cairo: una mannaia sull’economia già vessata dell’Egitto, che fa sempre più fatica a riprendersi.









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