2013-01-28 14:05:04

Polonia: migliaia di fedeli ai funerali del card. Glemp


“Ha speso tutta la sua vita per il bene della Chiesa in Polonia”. Così mons. Jozef Kowalczyk, primate di Polonia, ha definito il card. Jozef Glemp - morto mercoledì scorso all’età di 83 anni - nell’omelia pronunciata ieri mattina nella cattedrale di Varsavia durante il solenne rito funebre presieduto dal card. Stanislaw Dziwisz arcivescovo di Cracovia. Il presule ha ricordato le difficoltà incontrate dal card. Glemp nel 1981 quando gli venne consegnato il lascito del grande primate polacco Stefan Wyszynski ed ha sottolineato che il ministero del defunto cardinale si svolse sotto lo “sguardo paterno” di Giovanni Paolo II. I funerali - riferisce l'agenzia Sir - sono stati concelebrati da oltre 80 cardinali e vescovi, polacchi e stranieri, fra i quali i cardinali Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, Péter Erdõ, arcivescovo di Budapest e presidente del Ccee, Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona, Dominik Duka, arcivescovo di Praga, Josip Bozanic arcivescovo di Zagabria, il card. Stanislao Rylko ed il nunzio apostolico a Varsavia mons. Celestino Migliore. Erano presenti anche il presidente Bronislaw Komorowski e i presidenti di entrambe le camere del parlamento polacco, l’ex presidente del parlamento europeo Jerzy Buzek e l’ambasciatore polacco presso la Santa Sede Hanna Suchocka. Hanno partecipato infine il capo di Solidarnosc Lech Walesa e il primo presidente del consiglio dei ministri della Polonia democratica Tadeusz Mazowiecki. La Polonia ha reso onore al cardinale Józef Glemp, con bandiere a mezz’asta sugli edifici presidenziali e cortei funebri. Le celebrazioni in suo onore erano iniziate sabato scorso con il saluto di numerosi fedeli alla salma esposta in una delle chiese di Varsavia. Ieri, nella basilica della Santa Croce, il nunzio apostolico a Varsavia, mons. Celestino Migliore, ha celebrato una liturgia in suffragio del cardinale scomparso, con i cardinali Dziwisz, Rylko e Nycz, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Józef Michalik, e numerosi presuli polacchi. Mons. Migliore ha letto stralci del telegramma di cordoglio di Benedetto XVI in cui il card. Glemp viene ricordato come “un uomo giusto”: “Tale giustizia è stata la base del suo profondo amore per Dio e per l’uomo, che era la luce, l’ispirazione e la forza nel difficile ministero di guida della Chiesa in un’epoca, in cui significative trasformazioni sociali e politiche interessarono la Polonia e l’Europa”. Dopo la celebrazione un corteo funebre composto, nonostante il freddo, da migliaia di persone si è diretto verso la cattedrale di san Giovanni dove si è tenuto il rito funebre. Prima del rito Roberto Piermarini ha raccolto la testimonianza del nunzio apostolico in Polonia, mons. Celestino Migliore, che si era recato a visitare il cardinale Glemp, poche ore prima di morire: RealAudioMP3

R. – Domenica scorsa ero stato a fargli visita, e vedendo che aveva la corona sul tavolino gli ho chiesto una preghiera, e lui mi ha detto: “Sì, sto pregando molto. Non posso più fare altro, ma prego perché il Signore sia Lui a lavorare per il bene della Chiesa e della società in Polonia”. E poi, ha aggiunto: “Non mi sono mai sentito così utile per la mia gente”.

D. – Lei conosceva il cardinale Glemp già dal 1989. Che ricordo ha del porporato?

R. – Era anzitutto un uomo capace di grande empatia, di rapporti umani profondi, costruttivi con tutti, ma in particolare con i confratelli vescovi e i sacerdoti. Era dotato di un sottile senso dell’humour, con un’intelligenza vivace, intuitiva, grande pazienza e zelo pastorale per tutte le fasce della società polacca.

D. – Durante il regime comunista del generale Jaruzelski, quale ruolo ha svolto il cardinale Glemp?

R. – E’ stato soprattutto un pastore: pastore della Chiesa e pastore del popolo polacco. Ovviamente, ha svolto un lavoro di mediazione, di facilitazione ma sempre come vescovo, e quindi con una preoccupazione non solamente politica-sociale, ma guardava alle persone nella loro interezza, partendo dalla loro anima.

D. – Qual è stato il rapporto tra il cardinale Glemp e Giovanni Paolo II?

R. – E’ stato un rapporto intensissimo. Intanto, è stato Giovanni Paolo II che lo nominò arcivescovo di Gniezno e Varsavia e questa nomina comportava il titolo di Primate di Polonia. Poi, c’era stata un’intesa molto, molto proficua per la Chiesa e per la società in Polonia.

D. – Cosa lascia il cardinale Glemp alla Chiesa polacca?

R. – Credo che lasci soprattutto la fedeltà a se stessi, cioè la fedeltà al fatto che siamo cristiani, cattolici e allo stesso tempo, fedeltà alla società, alla persona umana … Lui ha sempre unito molto bene in se stesso questa doppia fedeltà, ed è una doppia fedeltà che lascia in eredità alla comunità cattolica e alla società in Polonia.
Ultimo aggiornamento: 29 gennaio








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