Guatemala. I vescovi: la crisi alimentare è più grave di quella finanziaria
In un messaggio pubblicato sabato scorso, dal titolo “Beati coloro che lavorano per
la pace” (Mt. 5,9), la Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg) raccoglie le conclusioni
dell’Assemblea Plenaria svoltasi dal 21 al 25 gennaio, e sottolinea la necessità di
promuovere “un nuovo modello di sviluppo e una nuova visione dell'economia per realizzare
uno sviluppo integrale, solidale e sostenibile”. Per fare questo, secondo i vescovi,
il governo deve “offrire al Paese un progetto nazionale a breve, medio e lungo termine,
ponendo le basi per la futura prosperità e la qualità della vita dei guatemaltechi,
soprattutto giovani e bambini”. Per attuare il nuovo modello economico e di sviluppo,
il documento dei vescovi, inviato anche all'agenzia Fides, segnala che “è necessario
riformare le leggi che regolano gli investimenti per lo sfruttamento delle risorse
naturali non rinnovabili del Paese, in modo che tali attività economiche riescano
effettivamente a migliorare la qualità della vita dei guatemaltechi”. La crisi alimentare
che colpisce migliaia di guatemaltechi, in particolare bambini vittime di malnutrizione
cronica, “è un affronto alla dignità umana di tutti coloro che soffrono” ed è “più
grave della crisi finanziaria”. La Ceg critica il Parlamento per non aver approvato
la legge sullo sviluppo rurale, che rappresenta la “soluzione urgente” alla situazione
di fame e sfruttamento subita da migliaia di famiglie contadine. “Il rifiuto della
discussione e dell'eventuale approvazione del disegno di legge sullo sviluppo rurale
a lungo preparato con vari settori che rappresentano gli interessi dei contadini,
dimostra che i legislatori devono prendere sul serio la loro responsabilità e la missione
di essere veri rappresentanti del popolo" scrivono i vescovi. (R.P.)