Osservatorio Van Thuân: ideologia gender snatura l'uomo. Mons. Crepaldi: cattolici
non possono tacere
Le nostre società stanno "congedando" la natura umana promuovendo, attraverso leggi,
mass media e grandi risorse economiche, un concetto di identità da costruirsi senza
riferimenti al sesso come dato antropologico, ma alla sessualità come scelta o comportamento.
E’ la denuncia del quarto rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa, curato dall’Osservatorio
Internazionale Van Thuân e presentato questa mattina a Trieste. Di fronte a questa
sfida - si denuncia - i cristiani non possono tacere o conformarsi alle mode dominanti.
Il servizio è di Paolo Ondarza:
Una frontiera
prioritaria per la dottrina sociale della Chiesa, non meno grave e urgente di emergenze
quali povertà e sfruttamento: è quella che il quarto rapporto dell’Osservatorio Van
Thuân definisce la “colonizzazione della natura umana”. Si tratta di un fenomeno che
si sta imponendo su vasta scala attraverso enormi pressioni internazionali con l’intento
di snaturare il concetto di uomo su cui si fondano le società. Lo studio cita l’esempio
dell’Argentina, Paese di tradizione cristiana, in cui nel solo 2011, sono entrati
in vigore provvedimenti su procreazione artificiale, riconoscimento dell’“identità
di genere” e “utero in affitto”. Leggi che aggrediscono la società per decostruirla
e formarne un’altra completamente diversa, ispirata all’ideologia del genere. Tale
ideologia è “finanziata da potenti lobbies e promossa da organismi internazionali”,
come “dalle agenzie dell’Onu”, “insegnata ormai nelle scuole” e “diffusa senza l’opposizione
dei poteri pubblici”. L"Ue è la principale finanziatrice dell’aborto nel mondo" –
denuncia il rapporto – e “negli Stati in cui le coppie di fatto o unioni gay vengono
riconosciute segue la riforma del diritto di famiglia”. L’impossibilità di contrastare
certe proposte del mondo omosessuale “per non rischiare di essere accusati di omofobia,
compromette la libera espressione delle idee, l’educazione dei figli e la possibilità
di proporre pubblicamente il modello di famiglia eterosessuale”, mentre le “nuove
famiglie” vengono “promosse dai media senza possibilità di contraddittorio”. Ma nonostante
la gravità della situazione, più volte denunciata da Benedetto XVI, spesso non sia
realmente percepita dai cristiani, chi crede non può tacere e “ad una concezione sbagliata
della natura occorre rispondere con una battaglia culturale all’altezza della sfida
in atto”.
Per un commento sui contenuti del rapporto sulla Dottrina Sociale
della Chiesa, Paolo Ondarza ha intervistato mons.Giampaolo Crepaldi,
presidente dell’Osservatorio internazionale cardinale Van Thuân:
R. – E’ un’emergenza
che è stata sottolineata con grande forza dal nostro Santo Padre: va nella direzione,
purtroppo, di mettere da parte la natura, il creato e quindi il Creatore, per andare
verso altri lidi.
D. – Si parla di un’ideologia che è sostenuta da un’imponente
mobilitazione mediatica e dall’impiego di grandi risorse. Ma perché sta prendendo
piede? Cosa c’è dietro?
R. – Ci dovremmo rifare, qui, a quell’analisi straordinaria
che era stata fatta da Giovanni Paolo II nella Centesimusm annus: quando si
perde il riferimento a Dio – e in questo nostro caso specifico, per le materie di
cui stiamo parlando – al Creatore, si rischia di perdere anche il senso dell’umano.
Ormai, non è più questione – anche per il mondo cattolico – di difendere la vita o
di difendere la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; ma ancora
dobbiamo spostare le lancette dell’orologio, difendere l’umano in quanto umano! Questo
è il grande, vero problema.
D. – Chi crede, non può tacere …
R. – Il
grande merito di aver allertato il mondo cattolico su questo fronte, lo troviamo nella
Caritas in veritate, che è il grande documento sociale di Benedetto XVI, dove
lui dice che la questione sociale – che è sempre stata l’oggetto della Dottrina sociale
della Chiesa – è diventata ormai radicalmente questione antropologica. Vuol dire che
la vera questione sociale, oggi, è l’uomo ed è l’umano. Mi pare che sia stata quella
la pagina in un certo senso “profetica” di Benedetto XVI, che indica anche una direzione
su cui devono impegnarsi e devono fare anche una qualche sana battaglia culturale,
i cattolici.