Egitto: morti e feriti nella manifestazioni a due anni dalla caduta di Mubarak
Sono finite nel sangue le manifestazioni in Egitto nel secondo anniversario della
rivoluzione che ha abbattuto il regime del rais Mubarak. Almeno 8 i morti e oltre
200 i feriti negli scontri di piazza al Cairo e in altre città. I dimostranti hanno
lanciato duri slogan contro il governo del presidente Morsi, che avrebbe tradito lo
spirito della rivoluzione, tanto che - secondo molti osservatori - in Egitto potrebbe
ripartire una seconda “primavera araba”. Dal Cairo, Marina Calculli:
Ieri in Egitto
non c’era una rivoluzione da ricordare, ma una rivoluzione da continuare; e non soltanto
al Cairo, ma anche ad Alessandria, Suez, Port Said e altre località. La gente è scesa
in piazza per protestare contro il presidente Mohammed Morsi e il suo establishment.
Ieri, fin dall’inizio della manifestazione di Piazza Tahrir, alcuni giovani hanno
lanciato molotov contro il blocco di polizia. Sono comparsi poi i "black blocs", militanti
mascherati, che hanno scelto la violenza per fini politici. In serata al Cairo, nel
quartiere di Ismailiyya, è stata poi attaccata la sede dei Fratelli Musulmani. Un
tradimento di fondo alle premesse pacifiche della manifestazione di ieri che riportano
l’atmosfera di due anni fa. Il presidente Mursi, dal suo account di Facebook, ha invitato
tutti gli egiziani a rifiutare la violenza. E molti politici hanno fatto appello,
perché venga preservata l’unità dell’Egitto. Ma qualcuno già pensa a vendicare i propri
morti: un corso difficile per un Egitto che non è forse mai stato così diviso.