2013-01-26 20:24:00

Convegno a Roma rilancia il diritto all'obiezione di coscienza, in difesa della pace e della vita


A 40 anni dal riconoscimento giuridico del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia, la Commissione Episcopale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, insieme con Caritas Italiana e Pax Christi Italia, ha promosso sabato a Roma un convegno sul tema “Dall’obiezione di coscienza alla coscienza dell’obiezione”: un’occasione per ribadire la centralità dei valori della pace, la giustizia, e la solidarietà per il bene comune. Ma quanto è attuale oggi questa tematica? Claudia Di Lorenzi ne ha parlato con mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas Italiana, tra i relatori del convegno:RealAudioMP3

R. – E’ un tema che per due motivi almeno è sempre attuale. Uno, perché all’obiezione di coscienza si è collegato il tema del servizio civile, e quindi Caritas Italiana, che in questi anni ha accolto, educato, accompagnato, aiutato molti giovani nel servizio civile, è molto interessata a ciò che questo impegno delle istituzioni pubbliche possa continuare. L’altro elemento è legato al tema della educazione: di proporre percorsi, strumenti anche educativi perché i giovani sentano l’appello che parte in positivo dalla giustizia, dalla libertà, dalla pace, dal bene comune e poi diventa impegno, in negativo, contro ogni violenza di ogni tipo e quindi, ultimamente, contro la guerra.

D. – Qual è il contributo dato dai cattolici in difesa del diritto all’obiezione di coscienza?

R. – Io credo che sia sempre quello dei valori da mettere in gioco. Noi sappiamo che ciò che ci viene proposto dal Vangelo e dalla mediazione della Dottrina sociale della Chiesa e dal Magistero e dal Papa in particolare, ci invita a collocare la nostra vita in un contesto che dica di sì al tema della vita, al tema dell’amore, della giustizia, della pace …

D. – Come ricordava, molti obiettori di coscienza, in questi 40 anni, hanno potuto offrire il loro contributo nell’ambito dei servizi proposti dalla Caritas …

R. – Dicevamo del servizio civile: ma c'è anche ogni altra realtà in cui la Caritas offre la propria competenza, la propria tradizione, la propria disponibilità a raccordare, a coordinare... Penso ai terremoti, penso alle emergenze, penso alle alluvioni, penso ai teatri internazionali – i "caschi bianchi", anche – in cui offriamo competenza per aiutare giovani e meno giovani a rendere un servizio di coerenza a quei valori di cui dicevamo.

D. - Che cosa può fare lo Stato per favorire la diffusione di una cultura contraria alla violenza?

R. – Citavamo il servizio civile: ma anche attraverso la scuola, l’università, la cultura aiutare la conoscenza dei drammi che la guerra ha portato con sé; i valori che vengono dal Vangelo, dalla tradizione della Chiesa sono anche per larga parte presenti nella Costituzione della Repubblica, nelle tavole fondative dell’Europa, dell’Onu … Dare ambiti di partecipazione alla gente che sono sempre utili, perché quei valori si traducono nel concreto della realtà di ogni giorno.

D. – In fondo, è una svolta culturale: il cosiddetto disarmo delle coscienze. Di cosa si tratta?

R. – L’impegno educativo per il bene contro il male, per l’amore contro la violenza. Dobbiamo aiutare la gente – i giovani, ma non solo i giovani – a sentire questa responsabilità del bene e della solidarietà in tutti i campi: la scuola, lo sport, il rapporto quotidiano con la gente, con gli amici, gli ambiti della partecipazione, del lavoro e della solidarietà …

D. – Il “no” alla violenza è anche, per estensione, un “sì” alla vita, contro tutte quelle pratiche che la calpestano e ne offendono la dignità, in particolare in ambito medico-sanitario …

R. – Siamo qui al convegno sul tema dell’obiezione di coscienza al servizio militare, ma questi ragionamenti si possono e si devono applicare anche alle altre occasioni di doverosità dell'obiezione di coscienza, come quella in campo sanitario, in particolare sul tema della vita e contro l’aborto. Il magistero recente ci ricorda che è difficile impegnarsi in un campo, in un settore se non c’è un punto di partenza, nel campo poi della vita, che sottolinei l’esigenza di difenderla dall’inizio alla fine.







All the contents on this site are copyrighted ©.