Telefono Azzurro: un manifesto per portare i minori al centro del dibattito politico
Un manifesto per i candidati alle prossime elezioni in Italia affinché i minori siano
messi al centro del dibattito politico. Telefono Azzurro l’ha presentato ieri chiedendo
l’istituzione di un Ministero dell’infanzia e dell’adolescenza, un maggiore supporto
all’istruzione, il rafforzamento del controllo sul rapporto tra minori e media e la
garanzia di cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia. Lorenzo Pirovano
ha intervistato il prof. Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro:
R. - Noi chiediamo
un ministero unico che possa rappresentare il punto di riferimento di tutte le deleghe
che il governo può avere sul tema dell’infanzia e dell’adolescenza. Chiediamo anche
un piano di azione condiviso e di coordinamento complessivo ed una legislazione maggiormente
armonica che riguarda i bambini e gli adolescenti.
D. - Quali sono le proposte
contenute nel manifesto?
R. - Il punto centrale è l’ascolto dei bambini, che
deve essere al centro delle politiche del nostro Paese, e questo vale sia per quanto
riguarda la giustizia sia per quanto riguarda la scuola e il sociale. Noi chiediamo
un ministero dell’ascolto dell’infanzia che però continui tutto l’anno, in cui - di
fatto - si faccia presente che il diritto dei minori deve essere in qualche modo sempre
dalla parte dei bambini. Questo vuol dire anche attirare misure di ascolto, di intervento
precoce sulle situazioni di disagio dei ragazzi, evitando di intervenire invece spesso
sulle conseguenze di una sofferenza, di un trauma o di un abuso. L’altro aspetto importante
per noi è quello di prevenire anche situazioni di disagio scolastico e di abbandono
scolastico. Per noi è ovviamente importante che tutti i bambini nel nostro Paese siano
cittadini. Quindi chiaramente non possiamo più pensare di avere bambini di serie A
o di serie B rispetto alle loro origini. L’altro aspetto importante però è che nelle
politiche sociali si faccia grande attenzione alle aree delle difficoltà dei ragazzi,
soprattutto degli adolescenti che spesso non hanno le risposte adeguate ai loro bisogni.
Questo vuol dire creare punti di ascolto, attività nel mondo della scuola e dello
sport che permettano di cogliere precocemente segnali di disagio dando loro una risposta
più adeguata e competente.
D. - Tra le richieste, rafforzare il controllo sul
rapporto tra i minori e i media. Qual è la proposta in questo ambito?
R. -
Da una parte di attivare sempre più misure di governo della comunicazione rivolte
ai ragazzi: quella televisiva da una parte, ma oggi soprattutto quella che riguarda
le nuove tecnologie. Questo vuol dire rafforzare gli organismi di controllo e anche
di promuovere pratiche e strumenti nuovi in cui i ragazzi stessi possano comunicare
le loro esigenze; quindi programmi televisivi e anche spazi internet rivolti a loro
che siano sostanzialmente protetti e di qualità. Non è possibile che i bambini possano
accedere a programmi impropri, pornografici o anche fortemente tossici, senza che
nessuno se ne accorga. Questo vuol dire formare gli adulti e soprattutto i genitori
e la scuola, ma anche far sì che ci siano dei sistemi di governo, delle reti che permettano
di evitare questi abusi.