Inghilterra: pubblicata la legge sulle nozze gay. I vescovi invitano a scrivere ai
parlamentari
Il governo di David Cameron ha pubblicato ieri la legge sui matrimoni gay. Il “bill”,
così si chiama in inglese, verrà discusso dal Parlamento martedì 5 febbraio e verrà
poi esaminato in commissione dai deputati prima di ritornare a Westminster per il
voto definitivo, un processo che potrebbe durare dai 2 ai 9 mesi. Contro la legalizzazione
delle unioni omosessuali la Chiesa cattolica, insieme a quella anglicana e ad altre
religioni, ha condotto una lunga campagna, della quale l’ultima iniziativa è l’invito
rivolto ai cattolici a scrivere ai propri parlamentari perché la legge, così si legge
sul sito della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, “cambierà in modo fondamentale
il significato del matrimonio”. “Vi chiediamo di difendere il matrimonio, una definizione
che ha giocato un ruolo fondamentale nella società per secoli”, dicono i vescovi ai
cinque milioni di cattolici chiedendo loro di completare una cartolina con tutti i
dettagli del parlamentare della zona che li rappresenta e di imbucarla. Le cartoline
stanno arrivando in questo momento in tutte le parrocchie, pronte per essere completate
durante le Messe del fine settimana. Nella “postcard”, i cattolici chiedono ai parlamentari
di votare contro una legge che non era presente in nessuno dei manifesti elettorali
dei diversi partiti. Anche il Movimento per la vita ha invitato i suoi sostenitori
a contattare subito i deputati che li rappresentano chiedendo loro di partecipare
alla seduta del 5 febbraio, durante la quale la legge verrà discussa, e di votare
contro. “Chiediamo ai parlamentari di non essere distratti dalle dichiarazioni del
governo che le Chiese e gli obiettori di coscienza saranno tutelati dalla legge”,
spiega Paul Tally, portavoce della “Società per la protezione dei bambini non nati”,
una delle più importanti organizzazioni del movimento per la vita. “Sia pareri legali
che precedenti sentenze suggeriscono che tali garanzie verranno probabilmente considerate
discriminatorie dalle corti”. In alcune dichiarazioni rilasciate al programma “Today”
del canale 4 della Bbc il ministro della cultura Maria Miller ha escluso la eventualità
che insegnanti di scuole religiose possano rischiare azioni disciplinari se si rifiutano
di promuovere i matrimoni gay nelle scuole, ma questa è la preoccupazione della Chiesa
cattolica. Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha stabilito
che un terapista sessuale e un funzionario civile non potevano invocare l’obiezione
di coscienza per giustificare la loro decisione di non aiutare coppie gay o di non
celebrare matrimoni omosessuali rimane aperta la possibilità che un individuo ricorra
al tribunale europeo usando la legge sui diritti umani per promuovere i matrimoni
tra omosessuali. (R.P.)