Il patriarca Twal: il nuovo governo israeliano non dimentichi la Palestina
Dalle elezioni in Giordania a quelle in Israele, fino alla questione dei profughi
siriani e l’auspicio di pace per la Terra Santa. Questi alcuni dei temi affrontati
dal patriarca Latino di Gerusalemme, l’arcivescovo Fouad Twal, in un’ampia intervista
pubblicata sul sito del Patriarcato Latinoe ripresa dall’agenzia AsiaNews.“Rispettiamo in pieno la libertà del popolo israeliano di scegliere i leader politici
in cui credono, affidando loro la guida del Paese – ha detto mons. Twal - auspicando
che l’alleanza già anticipata tra il Likud-Beiteinu (di destra) capeggiato dal premier
israeliano Benjamin Netanyahu e il nuovo movimento centrista Yesh Atid di Yair Lapid,
sia un passo in avanti verso una maggiore intesa, verso una soluzione di pace. Ai
nuovi leader politici, mons. Twal ricorda due tematiche imprescindibili con cui dovranno
avere a che fare: “da un lato, afferma - ricordo che esiste uno Stato che si chiama
Palestina e, dall'altro, che vi è un popolo palestinese i cui diritti devono essere
rispetati". “All’inizio di questo nuovo anno - aggiunge - ripeto il nostro auspicio
e le nostre preghiere per una vera pace, che sia figlia della giustizia e del rispetto
reciproco. A proposito della Giordania ha poi affermato: “abbiamo sempre detto che
il regime giordano ha avviato delle riforme prima e durante la Primavera araba. Esso
ha saputo contenere le manifestazioni, che avrebbero potuto degenerare e volgere al
peggio. Poi la richiesta ai Fratelli Musulmani, che hanno boicottato il voto di cambiare
e ripensare la loro politica, pensando a tutti i cittadini che con fiducia si sono
recati alle urne. Infine uno sguardo sulla crisi siriana e in particolare la questione
dei profughi ammassati in queste ore proprio al confine con la Giordania. “Bisogna
dire che la Giordania – ha dichiarato mons. Twal- deve fronteggiare carenze in tema
di elettricità, acqua potabile e carburante. Il costo della vita cresce sempre più.
La nazione sta accogliendo sempre più rifugiati che, dal nord, cominciano a muoversi
verso il sud”. Infine un ringraziamento all’esercito giordano, che ha messo a disposizione
dei rifugiati tutte le infrastrutture necessarie. La situazione in Siria – conclude
il patriarca - è per noi “fonte di afflizione e, in una lettera di solidarietà scritta
ad AsiaNews lancio un appello a tutti gli uomini di buona volontà in seno alla
comunità internazionale, perché si dia corso a un sincero dialogo di pace”. (C.S.)