2013-01-24 14:40:01

Messaggio del card. Turkson per la Giornata per la pace in Terra Santa


“Opera la pace chi ama e serve la vita nella sua integralità”: è questo il titolo del messaggio che il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha diffuso in occasione della quinta “Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa”. L’iniziativa di preghiera, che si terrà domenica prossima, 27 gennaio, nasce con il patrocinio dal dicastero vaticano e dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili. Per l’edizione 2013, si prevede il coinvolgimento di circa tremila città del mondo, unite alle comunità dei luoghi del Signore nella condivisione e nel sostegno delle loro necessità.

“L’aspirazione alla pace – scrive il cardinale Turkson – coincide con il desiderio dello sviluppo integrale di tutti e di ciascuno”. Il porporato prende quindi spunto dal Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2013, intitolato “Beati gli operatori di pace”, per ribadire che la pace e il bene comune si realizzano attraverso il rispetto e la promozione della vita umana “a cominciare dal suo sorgere, dal suo svilupparsi e sino alla sua fine naturale”. Centrale, in questo senso, il legame che il cardinale Turkson evidenzia tra l’educazione alla pace e la nuova evangelizzazione, poiché è dall’incontro con Dio e dalla comunione con Lui che “derivano una nuova visione dei rapporti tra persone e istituzioni, una nuova morale, nuove culture, nuove scale di beni-valori, nuove scelte, nuovi atteggiamenti e stili di vita, novi umanesimi”. Quindi, il porporato rimarca come “in un contesto che tende ad emarginare Dio e ad essere indifferente nei suoi confronti”, una comunione più profonda con Lui rende gli uomini capaci di “farsi portatori di un nuovo modello di sviluppo e di un concetto di bene comune più completo e più aperto alla trascendenza”.

Di qui, l’esortazione del cardinale Turkson a essere “operatori di pace a trecentosessanta gradi, tutelando ed implementando tutti i diritti ed i doveri dell’uomo e delle comunità”, poiché “la pace ed il bene comune si perseguono comunitariamente, realizzando il bene pieno di ogni essere umano, di ogni popolo”. Infine, il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace esorta i fedeli a dare il proprio contributo, attraverso la preghiera, “a quella delicata porzione di Chiesa in Medio Oriente” e, in particolare, invita i giovani a “forgiare la vita sul Vangelo”, nella sequela di Cristo che ci chiede sempre di essere “operatori di pace”. (I.P.)







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