Contro l'illegalità il catechismo della Chiesa napoletana
card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli La Chiesa campana
è una Chiesa viva, dinamica, che si incarna giorno per giorno in questa realtà con
un buon numero di sacerdoti che sentono molto questo impegno sacerdotale a predicare
il Vangelo e a trasmetterlo alla nostra gente, non solo a quelli che partecipano
alla vita della Chiesa, ma anche a quelli che stanno fuori. Una Chiesa con qualche
ombra, nel senso che deve affrontare problemi che sembrano a volte anche superiori
alle nostre forze. Vedo anche laici molto impegnati nella vita sociale che cercano
di dare un’anima questa realtà, una società spesso senza anima, delusa, amareggiata.
"Il problema dei problemi è la mancanza di lavoro, il fatto che qui in Campania
non solo non si arriva a fine mese, ma non si arriva neanche a metà mese; il fatto
che i giovani non hanno prospettive; il fatto che i bambini non hanno dei luoghi dove
potere vivere degnamente questa fase così delicata e bella della loro vita: il fatto
che gli anziani non hanno un’assistenza adeguata: tutto questo aiuta la Camorra e
tutte le organizzazioni malavitose “impossessarsi” di questa nostra gente, a strumentalizzarla
per i loro scopi. A breve pubblicheremo il catechismo della Chiesa napoletana per
dire che questa gente che ammazza ogni giorno, che fa violenza è tutta non è cristiana,
predica un vangelo che è totalmente contro il Vangelo della giustizia, della carità
e della solidarietà. A questa gente noi non possiamo dire che sono cristiani: dobbiamo
dire che sono portatori di un male e che quindi non possono partecipare alla vita
pastorale delle nostre chiese se non c’è pentimento". (a cura di Luca Collodi)