2013-01-23 08:19:33

Elezioni in Giordania: boicottaggio delle opposizioni


Elezioni legislative anticipate ieri in Giordania. La tornata elettorale è stata boicottata con forza dall’opposizione che sta chiedendo radicali riforme in chiave democratica. In particolare, i Fratelli Musulmani fino a pochi giorni fa hanno manifestato, esortando re Abdallah ad annullare il voto. Bassa finora l'affluenza alle urne. Decisiva sul voto l’influenza delle vicende siriane, che stanno provocando un notevole flusso di profughi verso il territorio giordano. Su queste consultazioni Giancarlo La Vella ha intervistato Giorgio Bernardelli, giornalista esperto di Medio Oriente:RealAudioMP3

R. – E’ un voto dove conterà moltissimo vedere quanti saranno a recarsi concretamente ai seggi; ma è un voto che conta soprattutto perché arriva dopo che nel Paese sono tornate a riempirsi le piazze, nel mese di novembre, per una serie di manifestazioni contro l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità - in particolare i carburanti - e questo ha un grosso peso nella vita della popolazione. La situazione è molto tesa e per questo è un voto da guardare con grande attenzione.

D. – E’ una tensione, che in Giordania ha assunto proporzioni molto moderate...

R. – Sì, diciamo che il ruolo specifico giocato nella situazione giordana è la presenza del re. Il re ha avuto sempre nella storia della Giordania un ruolo di guida, praticamente incontrastata. Il fatto nuovo, però, di queste ultime settimane è che per la prima volta, anche in Giordania, nelle manifestazioni di piazza, s’inizia a mettere in discussione lo stesso ruolo del re. Per questo le elezioni sono la cartina di tornasole, perché il re le ha convocate, sciogliendo anticipatamente il Parlamento, promettendo le riforme politiche nel Paese e una democrazia più compiuta. Bisognerà vedere quanti giordani si riconoscono ancora in questa strada, che è la strada della moderazione per eccellenza, e quanti invece seguiranno piuttosto il richiamo che viene dalle forze islamiste, che anche in Giordania si avvantaggiano di quella che è stata l’ondata della primavaera araba che in altri Paesi ha visto la vittoria dei Fratelli Musulmani.

D. – Quanto sta influendo nelle vicende giordane la crisi siriana. Ricordiamo che nel Paese sono stati accolti gran parte dei profughi in fuga all'estero dalle violenze...

R. – Sta influendo molto, anche perché i numeri sono davvero molto rilevanti: si parla di 200 mila profughi, che sono un livello assolutamente insostenibile. Quindi questo è un tema che si fa sentire molto. Tra l’altro, in un Paese dove la questione dei profughi è storicamente una questione calda, perché non dimentichiamo che la Giordania è uno dei Paesi dove è più forte la presenza di rifugiati palestinesi da tanti anni, che in un passato recente ha accolto decine di migliaia di profughi iracheni; è un Paese che si ritrova a fare i conti con equilibri precari a causa di quanto sta succedendo intorno. Per cui, il modo in cui verrà affrontata la crisi siriana, soprattutto l’eventualità che la Giordania non venga lasciata sola ad affrontare questo carico, è un tema che conterà moltissimo nel futuro prossimo del Paese.


Ultimo aggiornamento: 24 gennaio







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