Colombia: appello di mons. Jaramillo contro i rapimenti
L'amministratore apostolico della diocesi di Magangué, in Colombia, mons. Hernán Giraldo
Jaramillo (vescovo emerito di Buga), ha lanciato un appello chiedendo che sia rispettata
la vita e siano rimesse in libertà le cinque persone rapite venerdì 18 gennaio nel
comune di Norosi, nella zona meridionale di Bolivar, sempre in Colombia, dal gruppo
"Dario Castro", appartenente all’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln). Il presule,
rivolgendosi ai rapitori, ha detto che “ci sono altri modi per reclamare ciò che essi
considerano loro diritto, senza coinvolgere altre persone. Il rapimento è la cosa
peggiore che si possa fare”. In questo contesto, ha poi aggiunto: “tutti dobbiamo
aspirare alla libertà. È un elemento essenziale, caratteristica fondamentale della
dignità umana”. Nell'ambito dei colloqui per la pace nel Paese, il vescovo ha definito
queste azioni come “contraddittorie”, in quanto riescono solo a screditare la posizione
dei gruppi sovversivi. Nella nota inviata dalla Conferenza episcopale all'agenzia
Fides, si legge inoltre: “Se vogliono avere autorità, devono rispettare la dignità
umana, e non pretendere qualcosa mettendo a rischio la vita degli altri”. Mons. Giraldo
Jaramillo ha infine ricordato alle famiglie degli ostaggi che la preghiera è la forza
più grande in questo momento, e che il Signore ci ascolta sempre quando siamo in pericolo.
I cinque rapiti sono due ingegneri peruviani, un canadese e due colombiani, tutti
della Società mineraria Geo Explorer. L'Eln ha così motivato il rapimento: "il governo
ha dato il 99% dei Titoli Minerari dell'estrazione della Serrania de San Lucas alle
compagnie straniere, lasciando solo l'1% alle comunità che abitano questo territorio".
Il gruppo di ribelli, nella sua richiesta, rivendica la difesa delle risorse naturali
come bene comune. Le autorità intanto continuano le operazioni di ricerca degli ostaggi.
(R.P.)