Al via il Forum economico di Davos. Zamagni: un danno l'assenza del Terzo settore
Al via oggi a Davos, in Svizzera, il 43.mo Forum Economico Mondiale. Al centro dei
lavori, l’instabilità dei mercati internazionali, la crescente disoccupazione, l’irresponsabilità
della finanza ma anche le crisi in Mali, Siria e Algeria. Ad animare i lavori del
meeting, capi di Stato e di governo, alti esponenti delle Nazioni Unite, manager delle
multinazionali. Grandi assenti, le organizzazioni non governative e del terzo settore,
come denuncia l’economista Stefano Zamagni al microfono di Federico Piana:
R. – In un forum
del genere, il mondo dell’associazionismo è completamente dimenticato: pensiamo alle
Ong, le organizzazioni non governative; il mondo del volontariato pure è totalmente
assente. Inoltre, in ambito specificamente economico, tutta la variegata galassia
di imprese sociali, cooperative sociali, fondazioni di comunità che sono la vera ricchezza
di una società, sono completamente abbandonate. Allora mi chiedo: qual è lo sguardo
che a Davos viene utilizzato per leggere le res novae di questa fase storica? Se io
indosso un certo tipo di occhiale, è chiaro che vedrò la realtà in una certa luce.
Una riunione di questo tipo, che ha un impatto notevole non solo a livello culturale
ma anche sui chi prende le decisioni politiche, possibile che trascuri almeno oltre
la metà di quel che avviene nelle nostre società? Quindi, c’è questa idea secondo
cui il mondo dell’impresa debba essere rappresentato solo da coloro che hanno come
funzione obiettiva la massimizzazione del profitto, come se fare impresa volesse dire
questo.
D. – Uscirà qualcosa di concreto da questo Forum?
R. – Se devo
applicare i canoni della razionalità, vedendo come la pensano quelli che vi partecipano,
conoscendo i loro background culturale e soprattutto la loro agenda, cioè a dire il
sistema di interessi, dico ‘no’. Ovviamente, ci sarà sempre la ciliegina sulla torta
per cercare di accontentare i media …