2013-01-22 13:17:59

Giordania: anche candidati cristiani alle elezioni parlamentari di oggi


Sono più di quaranta i cristiani che si presentano come candidati alle elezioni parlamentari per il rinnovo della Camera bassa, in programma oggi in Giordania. Lo conferma all'agenzia Fides padre Rifat Bader, direttore del Catholic Centre for Studies and Media. Secondo padre Bader, nei profili dei candidati cristiani e nei temi da loro messi a fuoco nella campagna elettorale, si ritrovano i tratti variegati e le preoccupazioni che connotano le comunità ecclesiali presenti nel Regno Hashemita. La maggior parte di loro - riferisce l'agenzia Fides - concorre per i nove seggi (su 150) che il sistema delle quote garantisce alle minoranze cristiane (altri gruppi minoritari titolari di seggi “riservati” sono i circassi, i ceceni e i beduini). Ma sono numerosi anche i cristiani che si presentano come candidati nelle circoscrizioni territoriali o in collegamento con liste nazionali. Tra questi figurano ex parlamentari come il protestante Ghazi Musharbash – che nei suoi interventi ha insistito sulla necessità di preservare i cristiani da ogni strisciante discriminazione politica e sociale - o Wadih Zawaideh, che ha studiato al Seminario del Patriarcato latino di Gerusalemme. Nel parlamento sciolto, la prima donna giordana ad essere eletta deputata era stata la cristiana Salma Rabadi. Alle elezioni di domani tra i candidati figura anche Boshra Haddad, fino ad ora direttrice di una scuola del Patriarcato latino. Al seggio riservato ai cristiani per l'area di Amman concorre il palestinese Shoukri Odeh. Mentre l'avvocato Amir Kakish, nei suoi interventi, ha toccato anche l'argomento delicato e controverso del cambio di religione. Al di là dei casi individuali, secondo padre Rifat Bader le elezioni di domani sono un test importante per decifrare il futuro della Giordania nell'agitato contesto mediorientale. “Il boicottaggio delle elezioni da parte dei Fratelli Musulmani” nota il direttore del Catholic Centre for Studies and Media “costituisce un limite grave, perchè il Parlamento deve rappresentare tutte le realtà presenti nel Paese. In ogni caso, queste elezioni rappresentano un primo passo verso l'emergere di una autentica vita democratica. Le liste che avranno più voti potranno per la prima volta esercitare un peso nella nomina del Primo Ministro e del futuro governo. E alle prossime elezioni protrebbero presentarsi veri e propri Partiti, con programmi ben definiti. In questo modo” conclude padre Bader “anche la Giordania troverà la sua via per realizzare la primavera araba. Una via graduale, non rivoluzionaria, che cambia le cose lentamente”. Dal canto suo l'arcivescovo Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, afferma che la Chiesa cattolica in Giordania offre le sue preghiere per tutti i candidati, ma non ne sostiene nessuno in particolare. “Il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal” - ricorda l'arcivescovo Lahham - “ha già rivolto ai cristiani un messaggio ufficiale, invitandoli a recarsi a votare. Ovviamente andrò a votare anch'io. Negli ultimi giorni ci sono venuti a trovare diversi candidati, anche musulmani. A tutti abbiamo promesso le nostre preghiere e benedizioni. Ma la Chiesa non fa campagna per candidati particolari”. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 23 gennaio







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