Giordania: anche candidati cristiani alle elezioni parlamentari di oggi
Sono più di quaranta i cristiani che si presentano come candidati alle elezioni parlamentari
per il rinnovo della Camera bassa, in programma oggi in Giordania. Lo conferma all'agenzia
Fides padre Rifat Bader, direttore del Catholic Centre for Studies and Media. Secondo
padre Bader, nei profili dei candidati cristiani e nei temi da loro messi a fuoco
nella campagna elettorale, si ritrovano i tratti variegati e le preoccupazioni che
connotano le comunità ecclesiali presenti nel Regno Hashemita. La maggior parte di
loro - riferisce l'agenzia Fides - concorre per i nove seggi (su 150) che il sistema
delle quote garantisce alle minoranze cristiane (altri gruppi minoritari titolari
di seggi “riservati” sono i circassi, i ceceni e i beduini). Ma sono numerosi anche
i cristiani che si presentano come candidati nelle circoscrizioni territoriali o in
collegamento con liste nazionali. Tra questi figurano ex parlamentari come il protestante
Ghazi Musharbash – che nei suoi interventi ha insistito sulla necessità di preservare
i cristiani da ogni strisciante discriminazione politica e sociale - o Wadih Zawaideh,
che ha studiato al Seminario del Patriarcato latino di Gerusalemme. Nel parlamento
sciolto, la prima donna giordana ad essere eletta deputata era stata la cristiana
Salma Rabadi. Alle elezioni di domani tra i candidati figura anche Boshra Haddad,
fino ad ora direttrice di una scuola del Patriarcato latino. Al seggio riservato ai
cristiani per l'area di Amman concorre il palestinese Shoukri Odeh. Mentre l'avvocato
Amir Kakish, nei suoi interventi, ha toccato anche l'argomento delicato e controverso
del cambio di religione. Al di là dei casi individuali, secondo padre Rifat Bader
le elezioni di domani sono un test importante per decifrare il futuro della Giordania
nell'agitato contesto mediorientale. “Il boicottaggio delle elezioni da parte dei
Fratelli Musulmani” nota il direttore del Catholic Centre for Studies and Media “costituisce
un limite grave, perchè il Parlamento deve rappresentare tutte le realtà presenti
nel Paese. In ogni caso, queste elezioni rappresentano un primo passo verso l'emergere
di una autentica vita democratica. Le liste che avranno più voti potranno per la prima
volta esercitare un peso nella nomina del Primo Ministro e del futuro governo. E alle
prossime elezioni protrebbero presentarsi veri e propri Partiti, con programmi ben
definiti. In questo modo” conclude padre Bader “anche la Giordania troverà la sua
via per realizzare la primavera araba. Una via graduale, non rivoluzionaria, che cambia
le cose lentamente”. Dal canto suo l'arcivescovo Maroun Lahham, vicario patriarcale
per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, afferma che la Chiesa cattolica
in Giordania offre le sue preghiere per tutti i candidati, ma non ne sostiene nessuno
in particolare. “Il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal” - ricorda l'arcivescovo
Lahham - “ha già rivolto ai cristiani un messaggio ufficiale, invitandoli a recarsi
a votare. Ovviamente andrò a votare anch'io. Negli ultimi giorni ci sono venuti a
trovare diversi candidati, anche musulmani. A tutti abbiamo promesso le nostre preghiere
e benedizioni. Ma la Chiesa non fa campagna per candidati particolari”. (R.P.)