Eritrea. Rientra occupazione dei militari ad Asmara, resta la tensione
Eritrea. Sembra rientrata ad Asmara l’azione dei circa 200 soldati che lunedì avevano
occupato l’aeroporto, la Banca Centrale Eritrea e soprattutto il Ministero dell’informazione,
sede della televisione pubblica. L’esecutivo, secondo fonti dell’opposizione, avrebbe
accettato molte delle richieste fatte dagli ammutinati, tra le quali la liberazione
di detenuti politici. Sulla situazione, Massimiliano Menichetti ha raggiunto
telefonicamente un cittadino eritreo, al quale, per motivi di sicurezza, garantiamo
l’anonimato:
R. – Adesso,
la situazione è calma, però è molto anomala. Non possiamo dire che sia tutto finito,
che sia tutto calmo: bisognerà vedere quale reazione avrà, adesso, il governo. Potremo
valutare completamente solo tra alcuni giorni…
D. – Come ha vissuto la popolazione
quanto è accaduto?
R. – La popolazione ad Asmara è rimasta in casa. Non hanno
nemmeno sentito tutto questo: non sono stati coinvolti. La popolazione è tranquilla.
D.
– Liberazione di prigionieri politici, rispetto della Costituzione: che cosa è stato
ottenuto dagli ammutinati?
R. – Per il momento, non ci sono riscontri. Si dice
che una loro delegazione sia andata nell’ufficio del presidente per un colloquio e
che abbiamo ottenuto qualcosa. Però, dobbiamo aspettare per avere notizie certe e
non strumentali.
D. – Si è parlato anche di colpo di Stato …
R. – Non
è un colpo di Stato. Questi sono militari non ben coordinati che hanno compiuto un’azione
isolata. Duecento persone non possono cambiare il governo.
D. – Qual è la situazione
dell’Eritrea in questo momento?
R. – Difficile: politicamente, economicamente,
socialmente. Poi, è isolata in senso politico, diplomatico…
D. – C’è chi dice
che uno dei nodi più grandi sia proprio l’applicazione della Costituzione
R.
– Soprattutto. La Costituzione del 1997 non è stata attuata, quindi non c’è Costituzione
nel Paese.
D. – Qual è l’augurio che lei fa all’Eritrea?
R. – Forse,
tanti eritrei hanno pensato, sperato in un cambiamento: non radicale, ma a qualche
cambiamento, almeno. Così come sta, il Paese non può andare avanti. Ma l’augurio è
soprattutto la giustizia e la pace.