Elezioni in Israele. P. Neuhaus: "C'è crisi ideologica e disaffezione politica, i
leader devono cambiare linguaggio"
Israele al voto per
rinnovare la Knesset, il parlamento monocamerale composto da 120 deputati. "Il clima
è tiepido, non sono elezioni che scaldano gli animi", ci riferisce Francesca
Paci, inviata a Tel Aviv per La Stampa. "Si riscontra una grande
mancanza di speranza che da un lato rende questo voto poco sentito e dall’altro fa
soffiare il vento in poppa alla destra". Da Gerusalemme, il gesuita P. David Neuhaus,
Vicario Episcopale della Chiesa cristiana latina, afferma che "la maggioranza degli
israeliani è confusa perché ha imparato negli anni che i nostri capi politici non
sempre dicono la verità. C’è una grande crisi ideologica. I partiti parlano un
linguaggio che non è molto collegato alla realtà nella quale noi viviamo. Ho paura
che molti israeliani non andranno a votare perché credono che non c’è nessuno che
può portare un reale miglioramento della situazione, né dal punto di vista sociale
– l’istanza principale per queste elezioni – né nel cammino verso la pace con i palestinesi.
Forse questo linguaggio - continua P. Neuhaus - ha avuto un senso nel passato ma oggi
il Paese è cambiato. Netanyahu è il favorito ma quanti voti prenderà? Gli israeliani
quando parlano di lui non lo definiscono il migliore ma semplicemente il male minore".
Quanto peserà la religione in questo voto? "Dobbiamo considerare che, nonostante si
parli di svolta a destra, anche tra gli stessi ebrei non c’è unità. Il problema
di fondo resta il fatto che nostri leaders non hanno una visione del Paese nel futuro,
aspetto che è invece cruciale e che i nostri governanti dovranno formulare nei prossimi
anni". Dello stesso avviso è Stefano Torelli, responsabile dell'area Medio Oriente
e Maghreb per la rivista Equilibri.net: "C’è in effetti una retorica
politica che guarda più a ciò che è stato Israele rispetto alle problematiche concrete
della vita quotidiana delle persone". Ma come percepiscono queste elezioni gli arabi
israeliani? "Di loro - disillusi dalla politica di governo - si parla poco, sebbene
siano una minoranza abbastanza cospicua. Sono messi ai margini dalla politica israeliana
ma anche dagli organi di informazione internazionale". (di Antonella Palermo)