Due attentati in Siria: oltre 50 i morti nella provincia di Hama e a Damasco. L’Onu
esprime angoscia per la situazione
In Siria non si arresta la spirale di morte. Oltre trenta persone sono state uccise
in un attentato suicida a Salmiyeh, nella provincia centrale di Hama. Decine di morti
anche a Damasco per un’esplosione che ha colpito il sobborgo di Dummar, mentre non
si arrestano in varie parti del Paese gli scontri tra pro e contro Assad. In questo
scenario il Segretario Generale dell'Onu Ban Ki-moon e il rappresentante speciale
in Siria Lakhdar Brahimi hanno espresso profondo rammarico e angoscia per l'escalation
di distruzione e morte nel Paese. Marina Calculli:
Due autobomba,
una esplosa a Dummar, un sobborgo di Damasco e l’altra a Hama hanno causato circa
cinquanta vittime. L’attentato in entrambi i casi ha colpito un comprensorio che ospita
le famiglie dei miliziani legati al regime di Assad. E mentre le speranze di trovare
una soluzione politica si consumano sempre più, l’allarme al livello internazionale
cresce: il ministero russo per le situazioni di emergenza ha deciso di inviare due
aerei a Beirut per aiutare i cittadini russi che vorranno lasciare la Siria. In Turchia,
invece, sono arrivati nel porto di Iskenderum i missili terra-aria Patriot tedeschi
e olandesi che la NATO aveva concesso ad Ankara come misura difensiva anti-siriana.
Nei giorni prossimi arriveranno altre due batterie di Patriot americani. Sul piano
diplomatico invece lo stallo è totale: ieri Nabil el-Arabi, Segretario generale della
Lega Araba ha deplorato l’inutilità degli sforzi dell’emissario internazionale per
la Siria, Lahdar Brahimi. Intanto la Coalizione nazionale siriana, principale organo
di opposizione, ha espresso la volontà di costituire un governo in esilio aspettando
il riconoscimento dei miliziani sul terreno e della comunità internazionale.