Sudan: nel Darfur accordo di pace tra comunità rivali nel Nord
I capi tradizionali delle comunità Abbala e Beni Hussein, protagoniste di scontri
armati che nell’ultimo mese avrebbero provocato circa un centinaio di vittime nel
nord del Darfur, hanno firmato un accordo per il cessate-il-fuoco. Lo riferisce l’emittente
locale Radio Dabanga secondo cui alla cerimonia, nella località di Saraf Omra, era
presente il governatore del Nord Darfur Osman Kibir. Oltre alla tregua, l’intesa prevede
lo svolgersi di una conferenza di riconciliazione a partire dal 15 febbraio e la riapertura
di tutte le strade e vie di comunicazione bloccate dal conflitto e dai posti di blocco
eretti dalle due parti. Una commissione congiunta, composta da esponenti delle due
tribù, sarà incaricata di valutare i danni materiali e determinare un bilancio definitivo
delle vittime delle violenze. L’organismo - riferisce l'agenzia Misna - dovrà inoltre
determinare i responsabili di crimini e aggressioni. Le due tribù hanno acconsentito
inoltre ad interrompere le ricerche di oro nella miniera contesa di Jebel Amer, fino
a quando non saranno disposti meccanismi di sicurezza. Nonostante la firma dell’accordo
– riferiscono fonti sul posto – la situazione rimane tesa e non tutte le strade bloccate
sono state riaperte al pubblico. A migliaia di chilometri di distanza, nella capitale
qatariota di Doha, intanto, si sono aperti oggi colloqui di pace tra il governo sudanese
e i ribelli di una fazione dissidente del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza
(Jem). Teatro di una ribellione armata contro Khartoum e di una grave crisi umanitaria,
la regione del Darfur sta lentamente cercando di ritrovare un po’ di stabilità in
un contesto nazionale scombussolato dalla recente indipendenza del Sud e da una grave
crisi economica. (R.P.)